22-01-2024
JAPAN REVIEW
"The Slow Down"
(Blackjack Illuminist Records)
Time: CD (44:02)
Rating : 7.5
Dopo il promettente debutto "Kvetch Sounds" nel 2021, dove si era già data una brillante prova ricca d'innovazione e originalità nel costruire quel suono electro-pop/alternative così eterogeneo e contemporaneo, torna il duo scozzese Japan Review - Genna Foden e Adam O'Sullivan, i due preparatissimi componenti - con un seguito degno di notevole maturazione, coadiuvato anche dal lavoro della berlinese Blackjack Illuminist, professionale etichetta in grado di dar voce e supportare realtà così varie e forse troppo insolite per il mercato mainstream, ma comunque dalla notevole e spiccata ispirazione, tanto da dimostrare quanto simili pubblicazioni più "povere" possano eguagliare, o magari superare, quelle dei grandi nomi major. Con questo nuovo "The Slow Down" il duo di Glasgow pare decisamente chiaro nella proposta. Le venature darkwave britanniche, le astrali pennate chitarristiche shoegaze, la cantautorialità sofferta, grazie anche alle tormentate vocals di O'Sullivan, e soprattutto quell'impavido approccio lo-fi, ad estrarre dal sound immaginifico e decadente dei JR un tocco electro-synth minimale mai meno emozionante di quanto l'ascoltatore possa aspettarsi. Ne danno prova inconfutabile l'opener "No Listening", la successiva e magnifica "David Chicane", o episodi più sintetici ("It's North, It's North", la glaciale title-track, la sporca "Oblique One"). La flemma è decadente, il timbro sensibile, tipicamente britannico, alternato tra rimandi alt-rock e cupa coldwave elettronica (cerebrale "RSS", uno dei picchi alti del disco, quanto "Portable", perfetto singolo radiofonico se solo ci fosse giustizia nel mondo). Il duo mostra una visione piuttosto ricorrente nella scena della terra d'origine (alla fin fine, non si è poi così distanti dai nomi storici di Cure, Joy Division, The Jesus and Mary Chain), e il gran numero di ballad contenute nella tracklist è prova di una profonda ricerca compositiva e interpersonale ("Connie Gustafson" o l'aggraziata chiusa di "Lou Deer" potrebbero benissimo sparigliare gli Editors, gli Interpol e altri). Un gioco di ombre che forse non lascia troppo all'immaginazione, ma professionalità e creatività non vengono mai meno, né condizionate dai soliti inevitabili limiti che le produzioni a basso budget sempre richiamano. Un ottimo documento di una scena che mai morirà, pronta ancora a riecheggiare tra vecchie e nuove generazioni. Splendido digipack artigianale, per un lavoro che merita davvero un'attenzione pari a quella per i grandi nomi protagonisti di questo vitale revival synth-wave/alternative. Il risultato è comunque entusiasmante, sia per le più giovani che per le vecchie generazioni. E considerata l'intensa attività dal vivo solo nel Regno Unito del duo scozzese, la curiosità di approfondire una simile realtà, anche live, non potrà che venir ben ripagata.
Max Firinu
https://japanreview.bandcamp.com/
https://blackjackilluministrecords.bandcamp.com/