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Room 103

30-11-2023

FEU FOLLET

"Lost Locust"

Cover FEU FOLLET

(Blackjack Illuminist Records)

Time: CDr (34:14)

Rating : 6.5

Con la consueta puntualità, il francese Alban Blaising timbra il cartellino anche quest'anno col quinto album del suo progetto Feu Follet, come sempre sotto l'egida della tedesca Blackjack Illuminist, che stampa l'opera nelle tipiche confezioni artigianali in CDr digifile e nei 15 esemplari in audiocassetta. Alban ha scelto di proseguire sulla strada aperta col precedente "IV", dando ancor più spazio alla chitarra all'interno di un sound sempre meno debitore verso quella synthwave prima prominente, e viceversa sempre più elettrico nelle sue rockeggianti derive new wave. Anche stavolta è un piccolo gruppo di ospiti ad occuparsi delle parti vocali, e ad eccezione di Pierre Bastien (vecchio compagno di Blaising nella loro prima black metal band Cruention), protagonista in quella dispersiva "A Dream" che mette sin troppa carne al fuoco, si tratta di nomi non nuovi alle collaborazioni con Feu Follet. Anzitutto il label-manager Alexander Leonard Donat, ben noto nei panni di Vlimmer, che mette la sua firma su tre episodi: la scattante opener "Ghosts In The Machine", in bilico tra post-punk, new wave e tentazioni sintetiche retrò/sci-fi; la title-track, vera potenziale hit del dischetto con la sua agilità new wave ed un buon refrain; e la più elettrica e rockeggiante "Fluid Bodies", delle tre song la meno ideale per la voce "Smithiana" del Nostro. Due i brani con al microfono Pat Aubier, in vero i meno riusciti del lotto: sia "Lazy Ass" che "Road To Glory" tendono a strafare, specie nella parte ritmica, compromettendo drasticamente la fruibilità e l'efficacia. Tocca ad Isabelle B. Baumann imprimere un tocco femminile, e se con "Living Without" si è voluto sfidare i Kirlian Camera sul loro terreno, con risultati discutibili ed inficiati da un groove imbrigliato, va decisamente meglio negli altri due suadenti momenti a maggior trazione elettronica che la vedono quale brava protagonista, "Glitter Effect" e la conclusiva "As Ever". Luci ed ombre in un lavoro che avrebbe necessitato di un beatwork più snello, corposo ed efficace (e in generale di una produzione che avrebbe dovuto alzare di netto l'asticella), e soprattutto di una scrittura più interessata a badare al sodo, libera dalle troppe divagazioni poco funzionali al mood che appesantiscono l'ascolto. Provare a restringere la platea delle voci (magari ai soli Alexander ed Isabelle), lavorando più a stretto contatto con queste e snellendo la scrittura, potrebbe essere una strada da perseguire per tornare a correre su un binario futuribile.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://www.facebook.com/FeuFollet54/

https://blackjackilluministrecords.bandcamp.com/