14-11-2021
VLIMMER
"Nebenkörper"
(Blackjack Illuminist Records)
Time: CD (38:58)
Rating : 7.5
Per noi di Darkroom, che abbiamo avuto l'onore e il privilegio di seguire per intero tutta la serie dei 18 EP realizzati da Vlimmer dal novembre del 2015 alla fine dello scorso anno, l'attesa per il primo album vero e proprio dell'act tedesco iniziava a farsi spasmodica, viste le più che legittime alte aspettative. Finalmente Alexander Leonard Donat, talentuoso mastermind del progetto, ha messo sul mercato il sospirato full-length - come sempre attraverso il proprio marchio Blackjack Illuminist - negli artigianali e caratteristici formati CD, download, vinile, cassetta e box-set in legno con bonus-CDr. Se con la sua grande varietà di soluzioni ed influenze Alexander ci aveva impressionati praticamente ad ogni EP, spostando ogni volta l'asticella verso l'alto, col nuovo album il cantante e polistrumentista berlinese ci spiazza ulteriormente, mantenendo sì quel profilo lo-fi ormai caratteristico, ma rivoluzionando per intero la propria strumentazione e ridefinendo quel suono che, non senza un eclettismo sempre accattivante e con molteplici venature (dal noise, all'ambient, al krautrock etc.), si stava stabilizzando fra le maglie del post-punk e della darkwave. Sono ora delle percussioni dai toni tribali, unite ai suoni particolari e retrò del synth analogico Polybrute, a dominare la scena, specialmente nell'introduttiva "Farbenmüde" e nelle seguenti "Fensteraus" e "Mutem": più tesa la prima, capace anche di sfuriate ritmiche prossime a certe derive metalliche estreme, laddove la seconda si presenta più fumosa e lasciva, ma entrambe colpiscono per la loro carica straniante, corroborata da vocals spesso destabilizzanti. Con "Restfall" si torna verso un più familiare piglio darkwave, che riemerge anche nella vocalità e che ritorna ad essere il perno di numerosi brani, sia quando viene echeggiato certo post-punk ("Meter", la scattante "I.P.A."), sia quando i toni si fanno più dark-oriented (l'algida e sofferta "Minusgesicht", l'intensa e synth-driven "Wangendruck", la più melodiosa "Kartenwarten" ed il dolente atto finale "Nebenbei"). Bene anche gli episodi più frastornanti, come la tirata "Ad Astra", con la sua cavalcata in doppia cassa e la voce nuovamente straniante, e la ruvida "Kron", il cui spirito punk si spinge sino ad un noise dai contorni disturbanti. Tante soluzioni in soli 39 minuti, per un lavoro compatto che mostra una volta in più l'eclettismo, l'estro ed il talento del suo infaticabile creatore, il quale ben si è guardato dal limitarsi a percorrere quei sentieri già battuti e familiari: chi si aspettava un'evoluzione all'insegna di una maggior fruibilità ed immediatezza si metta il cuore in pace, perché le molte sfaccettature di un'opera così spiazzante e non certo "facile" richiederanno diversi ascolti per essere assimilate ed apprezzate pienamente.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/VlimmerMusic/
https://blackjackilluministrecords.bandcamp.com/