04-09-2019
SPIRYT
"Spiryt"
(Seahorse Recordings)
Time: CD (45:43)
Rating : 7.5
Usciva sul finire dello scorso anno questo esordio eponimo firmato Spiryt, progetto gestito dal francese Jean Luc Cruchot che ha trovato nella nostrana Seahorse Recordings il giusto partner per il proprio debutto nel mercato musicale. La scrittura del musicista di Tolone, interamente strumentale (fatta eccezione per qualche buon vocalizzo femminile), mescola con stile e sapienza elementi trip-hop e new age all'interno di una darkwave squisitamente cinematica, poggiando con forza su melodie ossessive tese a favorire l'introspezione. Caldeggiato ai seguaci di Sisters Of Mercy e Dead Can Dance, l'album rimanda più direttamente a questi ultimi, sfoggiando subito grande intensità con l'iniziale "Cercle Radiant" e mantenendo sempre alta la qualità compositiva e l'efficacia sino alla conclusiva "Tadaoudaha Finale", più elettrica e drammatica. Proprio quest'ultimo brano è fra quelli che ospitano i suddetti vocalizzi femminei, assieme alla sognante "The Poison" ed alla darkwave immediata di "Entre Deux Eaux", e se la fascinosa "Derriere Le Voile" è il momento più prossimo a stilemi trip-hop, "Effigie" rappresenta invece quello più acido e carico di groove, laddove il beatwork di "Natalia" si tinge di marzialità. Melodie avvincenti dalle quali trasuda un fascino non soltanto cinematico, ma spesso anche mistico e antico, ora più drammatiche e dark ("Tadaoudaha"), ora più ariose ("L'Agonie Du Jour Dans L'Ombre"), ora piacevolmente melodiose ("Ninite Gardens") o sottilmente morbide ("Amethyst Heaven"). In un'opera tutta da scoprire e da gustare troviamo una porzione centrale di alto livello, picco qualitativo ove spicca soprattutto "Seven", magistralmente costruita attorno a grandi melodie e percussioni, ma non sono da meno una "Et Ton Amour" dapprima austera e scandita da autentici rintocchi ritmici, poi mirabilmente misterico-sinfonica, ed una "L'Hiver" dall'evocativo piglio neoclassico. Più che abbastanza per caldeggiare l'ascolto di un lavoro il cui piglio filmico funziona benissimo, capace di intrigare tanto il patito di sonorità dark come l'appassionato di soundscapes: un primo passo ideale per sviluppare un discorso che sarà interessante valutare nella sua evoluzione futura.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.seahorserecordings.com/