22-10-2018
LYCIA
"In Flickers"
(Projekt)
Time: CD (43:27)
Rating : 8
Nell'anno del trentennale dalla sua formazione in quel di Tempe, Arizona, ed a poco più di tre anni dal precedente "A Line That Connects", la storica creatura di Mike VanPortfleet torna col quarto album di quella che viene definita la sua seconda era (complessivamente il dodicesimo in studio), rientrando peraltro nel roster di quella Projekt che fu determinante per l'ascesa del progetto durante tutti gli anni '90. Con David Galas già tornato in formazione da qualche anno, nonché col ritorno di John Fair, Mike e Tara Vanflower danno vita a dieci nuovi brani all'insegna di quei marchi di fabbrica che hanno reso fondamentale la darkwave firmata Lycia: dalle pieghe più eteree al vibrante sgorgare delle chitarre shoegaze, non senza spingersi oltre il proprio illustre passato e mostrando chiaramente come l'ispirazione sia ben lungi dall'essersi esaurita. Subito le voci dei due coniugi s'intrecciano e si mescolano fra la leggiadria notturna e la dolcezza della title-track, ma è con la seguente "A Failure" che i Nostri dimostrano il proprio stato di forma, realizzando una impeccabile ed irresistibile hit che va a fare il paio con l'affine ma più seducente e magnetica "Mist", entrambe fra i picchi dell'opera assieme alla sulfurea ed ipnotica "Rewrite". Se la vibrante e drammatica "The Path" incarna appieno gli stilemi magistralmente plasmati negli anni da Mike e soci, non sono certo da meno quei frangenti dall'incedere più lento come la sofferta "25 Years" e la più atmosferica "Late Night Solitude", mentre "She" si muove su coordinate più ariose e melodiche con suggestive punte evocative. "34 Palms" si fa amare per le sue movenze tanto suadenti quanto spettrali, mentre in chiusura "Autumn Into Winter" pone l'accento su una maggiore eleganza, conseguita attraverso arrangiamenti sontuosi. Un nuovo capitolo che non mancherà di regalare le giuste emozioni a tutti quei fans che con la musica dei Lycia sono cresciuti, e che all'interno di "In Flickers" ritroveranno la maestria e tutte le migliori prerogative di una band sempre e comunque imprescindibile.
Roberto Alessandro Filippozzi