08-02-2018
PALAIS IDEAL
"No Signal"
(Dark Vinyl Records)
Time: CD (48:07)
Rating : 7.5
Sbucato letteralmente fuori dal nulla sul finire del 2016, l'act olandese Palais Ideal è un duo composto da Richard Van Kruysdijk e da John Edwards, musicisti preparati ed esperti che negli anni passati hanno preso parte a diversi progetti di buona/alta caratura, lavorando con gente che ha militato in formazioni del calibro di Bauhaus, Tuxedomoon, Christian Death, Legendary Pink Dots, Coil, Clan Of Xymox e Swans. Un curriculum di tutto rispetto per un duo che guarda con tale favore alla new wave ed al post-punk degli 80s da impiegare strumentazione ed equipaggiamento vintage dell'epoca, onde ricreare in pieno le magiche atmosfere della storica decade musicale. Intento pienamente riuscito, poiché le undici tracce di questo notevole esordio (quattro delle quali erano state presentate la scorsa estate nel vinile 10" bianco "The Future Has Been Cancelled", limitato a 500 esemplari) centrano tutte il bersaglio, e non sbagliano le note ufficiali nel caldeggiare l'opera - ben confezionata in un pregevole digipack a sei pannelli completo di booklet - ai seguaci di band storiche come Cure, Sisters Of Mercy, New Order, The Sound (omaggiati con una onesta cover di "Resistance"), Psychedelic Furs ed Ultravox, così come ai fans di realtà contemporanee quali Editors, She Past Away, Ikon, Interpol etc... "No Signal" colpisce per la sua compattezza, passando agevolmente da momenti carismatici quali l'opener "Crossfade/Dissolve" o l'accattivante e tagliente "Deity" a frangenti carichi d'intensità come "Stellar Mass" o "Invisible Eye". Vengono omaggiati anche Bowie ed Iggy Pop, segnatamente con l'altra buona cover "Funtime", mentre "A Black Noise" strizza chiaramente l'occhio ai connazionali Clan Of Xymox; se "Seen Missing" è puro eighties-sound, l'ariosa "Remains" e la più sofferta "The Book Of Lies" si fanno apprezzare per l'indiscusso pathos, mentre la title-track chiude i giochi con le sue lente e suadenti cadenze crepuscolari. Un debut album di alto livello per un progetto capace ed ispirato che, mettendo ancor meglio a fuoco il songwriting ed ampliando una già notevole gamma di soluzioni, può ambire ad imporsi quale portabandiera odierno di un intero modo di pensare e vivere il suono il cui fascino non è stato scalfito dal tempo. Da sentire.
Roberto Alessandro Filippozzi