08-10-2007
LONDON AFTER MIDNIGHT
"Violent Acts Of Beauty"
(Trisol/Audioglobe)
Time: (69:27)
Rating : 7.5
"Violent Acts Of Beauty" è stato il disco più rimandato della storia del gothic, visto che lo aspettavamo da circa sei anni, quando già si cominciava a parlare di questo pluriannunciato comeback (che alla fine è uscito a quasi due lustri di distanza dall'ultimo "Oddities", l'album semi-acustico con rarità ed inediti)... Un'attesa che segna un'ulteriore evoluzione per la band californiana, che nelle precedenti release si era sempre dimostrata al passo con i tempi e con gli standard del periodo: ricordiamo infatti lo splendido gothic rock di "Selected Scenes From The End Of The World" (1995) e le ipnotiche contaminazioni gotico-elettroniche del capolavoro "Psycho Magnet" (1996). Oggi invece i London After Midnight suonano con un'attitudine meno morbosa e romantica, dimostrando di possedere anche la giusta rabbia per costruire un sound aggressivo e dall'impatto più elettrico: lo testimoniano due brani come "Feeling Fascist?" e "Nothing's Sacred", dominati da ruvidi ed energici refrain, con una chitarra meno 'melodica' e più potente pronta ad esplodere come mai era avvenuto in passato. Stupisce a tal proposito la particolarissima "America's Fucking Disease", a metà strada tra le tentazioni oscure e sintetiche della strofa ed un certo mood da tipica glam-rock band (sentitevi il riff del ritornello!), sensazione avvalorata anche da altre composizioni del disco ("Complex Messiah" ha addirittura certe influenze seventies non trascurabili). Chi ha nostalgia dei vecchi London After Midnight potrà ripiegare su "Heaven Now" (una ballata pianistica fatta apposta per la mielosa ed intensa voce di Sean) o su "Republic", quest'ultima dai ritmi cadenzati, quasi un'appendice della celebre "Mask". Scorrendo la tracklist, atterriamo sulla già conosciuta "Fear" (dal piglio molto 'alternativo') e su altri brani più o meno riusciti (bene il crescendo strappalacrime di "Pure" e la 'danceable' "The Kids Are All Wrong", senz'anima invece "Love You To Death", con quel titolo tra l'altro 'rubato' ai Type O Negative...). Chiudono il cerchio una 'club mix version' di "Nothing's Sacred" e una discreta "The Pain Looks Good On You", altro passaggio per certi versi più legato ai vecchi trascorsi. Che i London After Midnight siano cambiati, questo è fuori da ogni dubbio: si sono messi al passo con i tempi, il che è un merito, ma hanno anche parzialmente tradito certe 'regole' che li avevano consacrati come gothic band di culto negli anni novanta. "Violent Acts Of Beauty" sarà comunque un successo, come il tour che sta per raggiungere anche Milano. Da notturni romanticoni a sporchi e cattivi antifascisti: chi l'avrebbe mai detto?
Chemnitz
http://www.londonaftermidnight.com/