30-10-2017
THE CASCADES
"Diamonds And Rust"
(Echozone)
Time: CD 1 (55:20); CD 2 (55:47)
Rating : 6.5
Inatteso ritorno in pista per i tedeschi Cascades, fondati nel lontano 1988 e spariti per una decina d'anni tra il quarto ed il quinto album (quest'ultimo, "Something To Happen", registrato nel 2016 con Ben Richter alla voce), ed ora freschi di reunion col cantante originario M.W. Wild, riapparso sulle scene proprio nell'anno in corso col suo primo album solista. Per celebrare il ritorno della longeva band goth-rock la Echozone fa le cose in grande, rilasciando un doppio compendio ricco di inediti e riassuntivo degli anni migliori dei Cascades in un pregevole doppio digipack completo di esaustivo booklet. Oltre 110 minuti per rivivere la storia dell'act teutonico, partendo proprio dagli inediti del nuovo corso: anzitutto "Wenn Der Regen Kommt", prossima alla pubblicazione in veste di singolo e dotata di un buon taglio epico che si manifesta soprattutto sul refrain, e poi la versione demo della più catchy "Phase", non esente da un retrogusto Bowieano. Due buoni segnali di vita per quello che sarà il futuro, mentre il passato, incarnato dai cinque album pubblicati fra il 2001 ed il 2008, è ben rappresentato dai dodici estratti presenti nel primo CD: più curati e variopinti gli arrangiamenti dei pezzi ripresi dai primi due full-length "Nine66" e "Corrosive Mind Cage" (dai quali svettano la più scura "Mercury", la penetrante "Babylon" e l'incisiva e solida "Hexen Einmaleins"), più graffianti e rockeggianti quelli dei brani di "Spells And Ceremonies" e "Dead Of Dawn" (su tutti l'appassionata "Sea Of Love"), mentre "Everyday", unica song ripresa dal 'canto del cigno' "Something To Happen", evidenzia quella mancanza d'ispirazione che avrebbe poi portato al lungo iato. Il secondo dischetto è invece composto di soli inediti e/o rarità del periodo che va dal 1990 al 2000, fra versioni demo, brani dall'album mai pubblicato "Bondage Session", ripescaggi da compilation e pezzi ripresi dai demotape registrati dalla band. Se il finale mostra i Cascades ancora acerbi e legati ad un suono più ruvido e rockeggiante, in parte ancorato ad una fase embrionale in odore di post-punk (si veda "Time Train", ossia il pezzo più datato dell'intero compendio), certe 'demo version' del 2000 si avvicinano molto di più a quanto sarebbe arrivato coi primi album (bene in tal senso "Tapping Me", fra arrangiamenti venati di elettronica, cori femminili ed un bel groove), mentre il materiale dell'album rimasto in naftalina aderisce ad un sound più graffiante che in taluni casi ("Eve Of Tomorrow") si rifà anche ai Mission. Intendiamoci: i Cascades non sono mai stati un nome imprescindibile e non hanno lasciato segni indelebili nel settore di appartenenza, non potendo contare sulla classe e sulle abilità che altri posseggono, ma sono comunque stati degli onesti mestieranti in grado di svolgere dignitosamente il proprio lavoro. Quella in esame è l'uscita ideale per chi ancora dovesse scoprirli, nonché un compendio ricco di materiale appetibile anche per i fans, in attesa di un nuovo album che ci dirà quale sia il loro effettivo stato di salute.
Roberto Alessandro Filippozzi