11-05-2017
GITANE DEMONE QUARTET
"Past The Sun"
(Dark Vinyl Records)
Time: CD (55:37)
Rating : 7
Al netto dei gusti e delle considerazioni personali, c'è un dato oggettivo che riguarda il personaggio Gitane Demone, e cioè la sua longevità all'interno della scena gotica. Classe 1958, quindi in procinto di compiere 59 anni, Gitane Demone (al secolo Mary Kaend) si presenta in grande forma all'interno di un nuovo progetto condiviso con alcuni amici di vecchia data (Rick Agnew su tutti), per proseguire sulla strada del frazionamento della propria creatività in diversi act iniziata dopo la separazione con i Christian Death nel 1989. Rispetto agli altri ex membri del gruppo di Rozz Williams, Gitane è riuscita a ritagliarsi uno spazio personale ed originale proponendo una darkwave contaminata da svariate influenze, dal jazz al blues, fino all'elettronica. Ne è ulteriore conferma questo "Past The Sun", otto tracce deliranti, ricche di influenze e spunti sonori. Già l'iniziale "Man Made God" mette in chiaro come Gitane tenga ben saldi i piedi nella tradizione darkwave pur cercando di renderla attuale: il pezzo si sviluppa potente in un crescendo noise, con un cantato dai toni drammatici. Le radici negli '80 sono ben rimarcate anche nella title-track, che rimanda alle prime cose dei Christian Death con le sue dissonanze, e in "Circle Ov Air", un pezzone electro alla Killing Joke. Sempre sulle coordinate industrial/EBM abbiamo "Eva Braun", cover degli Screamers immediata e potente che finisce come un isterico techno-punk. "Standard Upright" è invece un esempio di contaminazione jazzistica non del tutto riuscita, in cui la parte noise nella quale il pezzo letteralmente affoga non ha molto significato. In tutto ciò non manca lo spazio per una ballata melodica ("Honest Cum"), mentre la cover noisy di "Ghost Rider" dei Suicide non sposta di una virgola il valore del disco. La domanda però è proprio questa: qual è il valore di questo lavoro? Da una parte i puristi della darkwave più ortodossa potrebbero storcere il naso di fronte ai tentativi, non sempre riusciti, di dare una veste diversa al genere; dall'altra, coloro che preferiscono le innovazioni potrebbero a loro volta restare delusi dagli scarsi elementi di contaminazione presenti. In realtà "Past The Sun" è un buon disco, ma non un'opera memorabile. Sperimentale ma non troppo, debitore del passato ma fino ad un certo punto, è un ingenuo mix di atmosfere che lasciano spiazzati per cinque minuti, come un liquido che ti scivola addosso senza lasciare residui. Resta però degno di ammirazione il fatto che una quasi sessantenne riesca, dopo tanti anni dai suoi esordi, a tenere accesa la fiamma della passione e dell'ispirazione. Come dire: vita e arte fusi insieme fino alla fine.
Ferruccio Filippi