31-08-2013
SHADOW IMAGE
"Kiss The Ashes"
(Danse Macabre)
Time: (48:21)
Rating : 6.5
Per tutto quelli che considerano il goth morto, la Danse Macabre risponde con Shadow Image, duo americano (la coppia Harley Mace e Mandy Monster, che si dividono gli strumenti) giunto al debutto proprio quest'anno. La strada non è stata molto lunga, visto che dall'anno di nascita nel 2011 il duo ha rilasciato solo un EP eponimo autoprodotto a tre pezzi prima di questo buon full-lenght. La coppia si ispira ai grandi classici del genere, sia nell'estetica che nella sostanza, vale a dire i seminali Sisters Of Mercy, Virgin Prunes e anche un po' di Fields Of The Nephilim. Un prodotto classico nel genere, che non si fa mancare nulla. Le vocals di Harley fanno il verso ai frontman di tutte quelle band storiche, tentando anche qualche virtuosismo, nonostante Carl McCoy sia ancora lontano. I tappeti di tastiere di Mandy sono predominanti e mai stuprati da chitarre delicate e poetiche, mentre la sezione ritmica invita solo a salire in pista e godersi il ritmo (ne sia prova confutabile la title-track). Velenosi, macabri, ombrosi, in poche parole gotici come siamo sempre stati abituati. La produzione è opera della stessa band, che ha percorso un periodo di due anni, non lasciando nulla al caso, e "Kiss The Ashes" non sfigurerebbe in nessuna collezione degli amanti del genere. Un duo molto ben affiatato, che dimostra anche una certa propensione alla dimensione live. "In The Name Of" è romanticismo puro, ben orchestrato, mentre la disperata "I Died For Love" è la dimostrazione di aver appreso al meglio la lezione del Sopor Aeternus antecedente alla sterzata electro. Non mancano i soliti cliché, a partire dall'abbigliamento dei due (creste, piercing e abiti stracciati), ma gli Shadow Image fanno parte di una scena che non si può condannare per la sua omogeneità, essendo questa per certi versi quasi necessaria, soprattutto in fase compositiva. Il disco, comunque, è appena uscito, e potrebbe essere il trampolino di lancio per una carriera che riesumerebbe dalle ceneri il miglior goth-wave di scuola inglese. Tanto vale attenderli al varco deliziandosi con la bella "Lost But Not Forgotten", e magari vederli aprire nella bill di qualche festival. Le carte sono tutte in regola.
Max Firinu
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