25-04-2013
ORGANIC
"Under Your Carbon Constellation"
(Complete Control Productions)
Time: (69:04)
Rating : 8
Album di debutto per questa band belga messa sotto contratto dalla svedese CCP. Fin dalla copertina sembra chiaro di trovarsi di fronte ad una band di orientamento ecologista, visto che l'organismo riprodotto sulla cover è un piccolo animaletto capace di detossificare i prodotti inquinanti delle centrali termoelettriche. Un'accezione verde che si ripeterà anche nel corso della tracklisting. Al di là di questo, sorprende come un progetto attivo solo dal 2011 possa mostrare una tale maturità e capacità di rielaborare in chiave personale la musica dei decenni passati. Il duo Haubourdin-Oster infatti si muove omaggiando la musica degli anni '80 in particolare, ma anche del decennio seguente. Niente di nuovo se non fosse che i due hanno la capacità, sempre più rara, di scrivere pezzi che entrano subito in circolo, producendo quella dose di adrenalina adatta per farli apprezzare. Inoltre la voce di Haubourdin e alcuni testi cantati in francese danno un ulteriore tocco di classe al tutto. Una potente linea di basso accende l'iniziale "Seeds", che poi si espande fra tastiere eteree e ritmica sostenuta. Questa prima traccia è una introduzione strumentale per l'altrettanto potente "Johnny Craque", che rievoca il fantasma dei Joy Division. È proprio a quel periodo, cioè fine '70/inizio '80 che gli Organic guardano con insistenza, omaggiandolo con pezzi come "Waves Are Running" e "Ordinary World", brano pieno di citazioni in stile New Order. Si divertono anche a sperimentare come nel funky-wave rumorista di "Sequence Of My Projector", mentre alla fine del programma le tracce si fanno più ruvide, fra il bel gothic rock di "The Day Of The Locust" e la violenza sonica di "The Meat We Kill". Melodie catchy, arrangiamenti complessi ed efficaci, senso della misura: i pezzi di "Under Your Carbon Constellation" sembrano possedere un fluido magico, il siero della perfezione che fa in modo che ogni brano non contenga una nota o un arrangiamento di troppo. "Under Your Carbon Constellation" è un disco che può essere visto come una sorta di Bignami di quanto è stato prodotto nei decenni che vanno dal 1980 al 2000. Ma è un riassunto aggiornato con la sensibilità di oggi e con il talento di un duo che, se continua su questa strada, potrà divenire in breve punto di riferimento fra le band neo-darkwave.
Ferruccio Filippi