07-04-2013
AUTUMN'S GREY SOLACE
"Divinian"
(Projekt)
Time: (51:28)
Rating : 7.5
Nell'arco di un decennio l'attività del duo della Florida è stata decisamente fitta, tant'è che il forte sodalizio artistico fra Erin Welton (voce) e Scott Ferrell (strumenti) ha prodotto la bellezza di ben sette album in studio. Non quindi gente che ama stare con le mani in mano, ma quel che è interessante rilevare di una carriera così intensa è l'alta qualità che il duo americano ha saputo mantenere nel tempo. Erin e Scott hanno saputo muoversi con saggezza fra gli scenari sognanti di shoegaze ed ethereal wave, seducendo con innata facilità gli amanti di correnti affini come la più intima darkwave e il dream-pop, e lo hanno fatto con lungimiranza ed intelligenza, riuscendo a non scadere mai nella sterile ripetizione di stilemi arcinoti. Se l'impresa è riuscita, il merito è senza dubbio da attribuire al talento dei due: quello vocale di Erin, interprete meravigliosa dall'ugola capace di andare ben oltre la sola fragilità, e quello di Scott, in grado di cavare infinite e deliziose sfumature da basso e chitarra. Non da meno la sensibilità dei due, che tocca con grande naturalezza il cuore di chi ascolta senza forzature artefatte o passaggi stucchevoli. Pregi che ritroviamo tutti anche in questo settimo full-length, decisamente ben bilanciato e forte di un range di soluzioni che garantiscono scorrevolezza e varietà, non senza quella consolidata personalità che ha fatto di Autumn's Grey Solace uno dei nomi di punta del settore. L'eterea e sfuggente dolcezza che il duo sa esprimere così bene emerge in tutto il suo candido splendore a più riprese ("Shadow, Light, Echo", l'ariosa "Halo", "Meremennen" e la title-track), solo più notturna in "Nífara", mentre i toni shoegaze si prendono la scena in frangenti come l'aggraziato gioiellino "Écelic" e lo strumentale "Zenith". Se la sinuosa "Sáwol" è a suo modo catchy, "Sanctuary" presenta invece toni più sostenuti e intensi, ma i Nostri danno il meglio di sé soprattutto con la fascinosa "Unravel", con una "Summered And Flowered" dal magico respiro antico ed etnico e con la conclusiva "Síscéal", i cui toni mesti grondano dolente passione. Se è vero che i due sono maestri nel tessere trame melliflue ed eteree interpretando al meglio la lezione di punti di riferimento assoluti come Cocteau Twins e Lycia, è altrettanto doveroso riconoscere la loro abilità nel variare toni e spunti senza perdere mai la bussola, segno evidente di come Erin e Scott padroneggino fino in fondo uno stile affinato di album in album e consolidato col duro lavoro. Sempre una garanzia per chi si diletta col lato più intimo, delicato e struggente del dark-sound. In allegato un limitato 'best of' a nove tracce del duo con le prime 500 copie dell'album (edito in un essenziale digipak).
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.autumnsgreysolace.com/