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Room 103

06-11-2012

DIARY OF DREAMS

"The Anatomy Of Silence"

Cover DIARY OF DREAMS

(Accession Records)

Time: (43:24)

Rating : 8

Rivisitare in chiave acustica brani originariamente aderenti alle coordinate della musica elettronica è impresa alla portata di pochi, perché è ben chiaro che per riuscirvi sarà necessario reinventare da capo gli arrangiamenti, abbracciando una strumentazione decisamente più classica. In questo senso i blasonati tedeschi Diary Of Dreams partono avvantaggiati, in primis perché il loro sound si è fatto negli anni sempre più organico, e poi per la comprovata versatilità strumentale che anima il loro songwriting, oltre che per la classe ed il trasporto emozionale che riescono ad infondere ai propri brani. Oltretutto, in anni ed anni di concerti sono state proprio delle versioni acustiche di alcuni dei loro brani migliori a sorprendere maggiormente i presenti, e finalmente si è deciso di fissare su supporto sonoro dieci di esse, costituendo di fatto un nuovo album dalla dimensione strumentale differente, risultato diretto della grande versatilità di cui sopra. La band di Adrian Hates ha quindi ri-registrato in chiave acustica dieci pezzi presi fra il meglio di un ampio repertorio, pescando dalla propria discografia a partire da "One Of 18 Angels" (2000), e quindi lasciando deliberatamente fuori dai giochi i primi quattro full-length, ma curiosamente senza toccare neppure l'album del 2009 "(If)". "AmoK", con Torben Wendt dei grandiosi Diorama (amici storici dei Diary Of Dreams) quale ospite al piano ed alla voce, apre con immane passione l'opera: la coralità a due voci funziona magnificamente, ed il drumming sottilissimo è sintomo diretto della raffinatezza che anima questi grandi artisti. Se l'apporto del violoncello viene dosato col contagocce (un peccato che non ci si sia voluti spingere fino ad un'intera sezione d'archi, che senza alcun dubbio sarebbe stata impiegata degnamente), il piano si rende invece più volte protagonista dei brani, come in "O' Brother Sleep" o nella conclusiva "Traumtänzer" (stupendo il refrain), laddove invece è una chitarra delicata a condurre le danze nella drammatica "Malice", mentre "She" si colora di un'oscura mestizia che garantisce il giusto pathos. Con un livello qualitativo così alto è difficile decretare quali siano i momenti migliori, specie perché non sussistono mai cadute di tono, ma senza dubbio le versioni di "Butterfly: Dance!", dell'intensa "Giftraum" (forse il top per la qualità dei sublimi arrangiamenti), dell'appassionata e drammatica "Immerdar", di una "Rumours About Angels" solida, di classe e dallo squisito taglio acoustic-pop e della struggente, toccante "She And Her Darkness" sono l'ennesima riprova dell'infinta classe del 'Diario Dei Sogni', sulla cui maestria non si discute. I Nostri si sono messi alla prova con la consueta professionalità e col piglio drammatico che anima la loro arte, e sono pienamente riusciti nell'impresa: certamente ci saranno stuoli di fans che avrebbero voluto questo o quell'altro brano rivisitato per l'occasione, e in ogni caso almeno un paio di pezzi in più si potevano includere, ma ciò non può inficiare il giudizio assolutamente positivo sull'ennesima splendida uscita targata Diary Of Dreams. Una piccola ma qualitativamente grande delizia, uno splendido regalo per i fans più appassionati.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.diaryofdreams.de/

http://www.accession-records.de/