06-11-2012
WEEP
"Alate"
(Projekt)
Time: (51:36)
Rating : 6
Le uscite di casa Projekt sono da sempre sinonimo di qualità. In particolare, i Weep si segnalarono quando, nel 2010, fecero uscire l'ottimo debutto "Worn Thin". Alla base di questo progetto c'è la mente lucida ed eclettica di Doc Hammer, ex-leader dei seminali Mors Syphilitica e dei Requiem In White, nonché uomo dai mille talenti. A distanza di tre anni la band arriva quindi al fatidico traguardo del secondo album, che per molti rappresenta un severo banco di prova delle proprie capacità e, per alcuni, la pietra tombale della carriera. "Alate", titolo di questo secondo full-lenght, non rappresenta di certo la fine della storia dei Weep, ma nemmeno un passo in avanti rispetto al debutto. La materia trattata è la solita di "Worn Thin", ovvero un consolidato post-punk venato da intense sfumature darkwave. Joy Division, Cure e, cercando in cose più recenti, gli Interpol sono quindi i punti di riferimento principali di un plot sonoro che non regala grossi sprazzi di originalità. Se ad esempio i citati Interpol rielaborano il sound mancuniano dei Joy Division attraverso una buona attitudine alternative rock, i Weep non riescono a mettere un proprio timbro originale sulla matrice musicale di partenza. Così facendo il disco cade nello scontato, e il gruppo sembra limitarsi ad assolvere il compitino di rifare ciò che in passato è stato fatto di più e meglio. Fra gli episodi migliori, quelli in cui si sente un tentativo di fare qualcosa di diverso, vi sono sicuramente l'intensa "The Passion Of Lovers", la semi-epica "Away To Nothing", la movimentata "They All Denied" e la ruvida "Halved Heart". Per il resto i brani sono carini e piacevoli, ma come detto scontati e già sentiti. Peccato, perché dal punto di vista tecnico la band non ha nulla da invidiare agli stessi Interpol e la voce di Doc disegna atmosfere selvagge e prorompenti. "Alate" è indubbiamente una occasione sprecata, e tuttavia i mezzi per riparare a questo mezzo passo falso ci sono. Tuttavia, nonostante il livello non eccelso, l'album resta pur sempre un lavoro piacevole. È già qualcosa, di questi tempi.
Ferruccio Filippi
http://www.myspace.com/weeptheband