23-10-2011
DER KLINKE
"Square Moon"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (48:03)
Rating : 5
Abbiamo sottolineato più volte come la Echozone continui a mettere sotto contratto una miriade di band, investendo quindi sulla quantità piuttosto che sulla qualità. "Square Moon", dei Der Klinke, non fa che confermare questa tendenza: l'electro-coldwave dei belgi soffre, per buona parte del lavoro, di cronica mancanza di idee, piattezza e prevedibilità, uso costante di suoni pacchiani e parti vocali che definirle tali sarebbe piuttosto ardito, essendo più corretto definirle nenie in registro baritonale. Se escludiamo "You", "Surrender" e "The Voice" (guarda caso i tre brani cantati dall'ospite Melissa Vandewalle), il resto del disco gravita su un alto strato di noia. "You" è incisiva ed ammaliante, trascina con un beat incalzante e apre ad interessanti intrecci vocali tra Geert Vandekerkhof e la succitata Melissa; "Surrender" fa intravedere una sottile linea di dolcezza su di un orizzonte krautrock; "The Voice", nonostante rimanga imprigionata in un loop contenitivo, non fa che confermare quanto le vocals femminili siano il valore aggiunto del disco. Merita ancora un plauso la misteriosa "Clear Mind", arcana nelle atmosfere e circospetta nell'incedere pulsante dei bassi. Per il resto "Square Moon" non riesce ad andare oltre i soliti clichè, si ferma su un poco interessante compromesso fra sequencer digitali che strizzano l'occhio al dancefloor ("Radio") e lamenti catacombali che stufano in fretta ("3 Am"). Un EP con i quattro brani sopraccitati avrebbe dato buoni risultati; nel contesto di lunga durata, invece, queste buone intuizioni rimangono soffocate da una serie di riempitivi senza capo né coda. La conclusiva "At Night", uno dei due brani che utilizzano parti di chitarra, rappresenta perfettamente la sintesi dell'album: potrebbe coinvolgere con il suo mood soporifero ed elegante, ma rimane accartocciata su sé stessa, vittima di parti cantate non all'altezza. Se lavori di questo tipo vengono osannati da riviste specializzate e addetti ai lavori, è bene cominciare a porsi delle domande. In ogni caso, c'è una tendenza deprecabile che sta prendendo piede ovunque: il metro di paragone si sta abbassando notevolmente, mentre aumenta la compiacenza. Se "Square Moon" su altre testate riceve 8/10, un qualsiasi disco dei Depeche Mode, per tirare in ballo una top-band, si meriterebbe almeno 50... A mio parere un voto equanime va dato nel confronto con i capisaldi del genere stesso. Non ci stupiamo se poi le serate dark in Italia sono in costante decadenza: continuare a lodare chiunque, solo per la soggezione nei confronti dei 'nomi' e delle case discografiche, non fa bene a nessuno, soprattutto a quei pochi che ancora spendono qualche euro in CD originali e concerti. Meditate gente, meditate...
Silvio Oreste
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