14-05-2011
INKUBUS SUKKUBUS
"The Dark Goddess"
(Resurrection Records)
Time: (49:26)
Rating : 7
Gli Inkubus Sukkubus di Candia Ridley e Tony McKormack sono fra gli esponenti più longevi della darkwave britannica. Era infatti il lontano 1988 quando cominciarono ad esibirsi nella loro terra natia, prima con il nome Bela Knapp e poi Children Of The Moon, fino all'esordio in studio avvenuto nel 1993 con l'acerbo "Belladonna & Aconite". La loro proposta è da sempre inserita nel filone pagan rock, anche se, a differenza di molti, il loro non è un paganesimo di facciata utilizzato come specchietto per le allodole per rendere più intrigante la loro musica, quanto un vero e proprio credo che regola e condiziona la loro vita anche al di fuori della sfera musicale. Fin dagli inizi, il loro sound ha evocato scenari brumosi tipici della campagna inglese, resti di rovine antiche, visioni di tempi druidici nascosti dalla nebbia. Questo corollario di immagini e sensazioni è ormai entrato a far parte del loro dna, e la continua riproposizione di questi stilemi li ha esposti a critiche relative alla ripetitività della loro musica. Tuttavia, più che la ripetitività della proposta, colpisce la coerenza con cui queste idee sono portate avanti nel corso degli anni. Anche il nuovo capitolo di questa lunga saga non sfugge alla regola: le tematiche sono sempre quelle pagane, e il disco è dedicato a Lilith, demone della mitologia mesopotamica che nel medioevo divenne la prima moglie di Adamo. La sua caratteristica di divorare uomini l'ha fatta assurgere a figura negativa, ed è proprio questa 'dark side' che viene esplorata dagli Inkubus. Musicalmente assistiamo a veloci cavalcate dark-rock, scandite dalla bella voce di Candia, come l'iniziale "The Dark Goddess"o la bellissima "Bacchanalia", ma anche a momenti più meditativi dove, fra l'altro, viene fuori in modo prepotente la grande capacità di Tony McKormack nel songwriting, come ad esempio in "Karnaya" e soprattutto "Lose Yourself At The Nymphaeum". "The Dark Goddess" è un disco interessante e vivo, e sorprende la capacità del gruppo di realizzare un'opera del genere dopo 20 anni di carriera. Chi li conosce e segue da tempo non troverà sorprese, mentre per chi non li conosce ancora, questo disco rappresenta la migliore porta per entrare nel loro mondo incantato.
Ferruccio Filippi
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