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Room 103

09-04-2011

INDIVIDUAL INDUSTRY

"Dreams Never End"

Cover INDIVIDUAL INDUSTRY

(Wave Records)

Time: (66:50)

Rating : 8

Questo sembra essere un momento propizio per il ritorno di band nate a fine anni '80 e rimaste ferme per anni prima di riprendere il filo del proprio discorso musicale. È il caso dei brasiliani Individual Industry, al secolo Alex Twin e Maurizio Bonito, nati a fine anni '80 e autori di una manciata di album, a partire da "Templum Probus" del 1993, sulla mitica etichetta Cri Du Chat. Adesso, a quattordici anni dal precedente "Ice Water", tornano ad ammaliarci con "Dreams Never End", compilation con 13 tracce di cui 11 nuove di zecca, realizzata come CD in edizione limitata a 1000 copie, doppio CD (100 copie) e fan box (50 copie). Tornano con una raffinata miscela di pop etereo in stile 4AD, darkwave e trip hop, schierando un vero e proprio esercito di voci femminili, marchio di fabbrica che contraddistingue il gruppo: oltre a Danyela Gato, ormai membro permanente del gruppo, possiamo trovare Carine Grieg di Collection D'Arnell-Andrea e O Quam Tristis, Catherine-Marie degli Opera Multi Steel, Hatria dei Beata Beatrix e molte altre. Ognuna porta la propria esperienza e il proprio talento all'interno del lavoro, arricchendolo di accenti e tinte differenti in un caleidoscopio di suoni ed atmosfere di grande impatto emozionale. Tutto ciò è percepibile già dal primo brano "Amy", dedicato alla pioniera dell'aviazione inglese Amy Johnson: un pezzo semplice e arioso, reso intrigante dalla voce suadente di Carine Grieg, che disegna atmosfere da sogno che continuano nella successiva "Les Innocents", per poi virare verso orizzonti più spigolosi in "Blessed Be", che porta un interessante cambio di prospettiva all'interno del disco. Da questo punto in poi, "Dreams Never End" fa registrare continui cambi di tono, con il gruppo che gioca con i generi musicali già citati prima, ibridandoli con le diverse timbriche vocali utilizzate in ogni brano. Sorprendono ad esempio l'organo dissonante che infiamma la title-track , le improvvisazioni vocali e le ritmiche dance di "Dreamland" o le delicate note di piano che aprono "The Key Of Dreams". Disco sorprendente quindi, pieno di cambiamenti e di atmosfere diverse, arricchito dall'ottima idea di utilizzare vocalist diverse per ogni singola canzone, scelta che ricorda i lavori collettivi dei This Mortal Coil. La miscela di sonorità eteree, pop e trip hop, inoltre, rimanda alle produzioni migliori dell'etichetta francese Prikosnovénie, tipo i Rada & Ternovnik o i Flëur. Speriamo adesso di non dover attendere altri 14 anni prima di sentirli di nuovo: sarebbe un peccato, perché c'è sempre bisogno di dischi così.

Ferruccio Filippi

 

http://www.myspace.com/individualindustry

http://www.waverecordsmusic.com/