27-03-2011
TRAUMTAENZER
"Der Weisse Raum"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (67:24)
Rating : 5
Tom O'Connel, uscito dai Garden Of Delight e ora in forza agli House Of Usher, riesce finalmente a pubblicare il progetto che porta avanti da molto tempo. Arruola Marco B. (Downscarred), Sandra S. (Le Cri Du Mort) ed Eva P. (Anubiz) e dà vita ai Traumtaenzer. La Echozone, intenta più che mai a cavalcare l'onda del movimento tedesco, lo accoglie a braccia aperte, stuzzicata dal suo curriculum, ma forse incurante dell'aspetto creativo in sé. Ed infatti questo "Der Weisse Raum" non fa altro che gettare benzina al fuoco sulla già insopportabile pessima abitudine delle case discografiche di puntare su artisti già conosciuti, pur di 'andare sul sicuro' e vendere qualche copia in più. Anche se alla fine tutti i nodi vengono al pettine, e penso che la stragrande maggioranza degli appassionati di musica non sia così stupida da regalare soldi a chicchessia solo perché tal individuo ha militato in precedenza in talune band di discreto successo (per fortuna al giorno d'oggi esistono i più disparati social network per farsi un'idea generale del prodotto, prima di azzardare un acquisto di cui ci si potrebbe pentire). In fondo è la stessa pessima abitudine che vige in Italia nel far uscire l'ennesima raccolta di cantautori che dovrebbero badare ai nipotini invece che continuare a cantare, o la disgustosa recente moda di sponsorizzare il disco di un cantante dalle minime capacità artistiche, ma uscito vincitore da certi programmi televisivi, piuttosto che puntare su giovani di talento che avrebbero un'infinità di emozioni da offrire ad ogni attento e partecipe ascoltatore. Dispiace per il buon Tom, ma la piattezza e la prevedibilità di quest'album è a tratti imbarazzante; riesce a riunire in un solo colpo le banalità di ogni sfaccettatura della musica dark intesa a 360 gradi: intro atmosferiche dai risvolti cinematografici e accompagnate da parti recitate (anche se rimangono la cosa più affascinante dell'intero lavoro), inserimenti acustici noiosi e prevedibili, pulsazioni e melodie lontane parenti di Diary Of Dreams e affini, ritmiche powerchords che rimembrano inevitabilmente i Garden Of Delight, ma di ben altro spessore... Musica concepita nella quasi totalità per il dancefloor, ma che paradossalmente perde di ogni interesse quando entra il beat, scontato e ripetitivo, così come piuttosto scontato è l'accostamento della voce baritonale maschile a quella angelica femminile, che pur potrebbe dare ottimi risultati se la voce maschile non fosse così piatta e monocorde. Dalla mediocrità generale si potrebbero salvare "Traumtaenzer" (giusto perché è una intro strumentale), "Monolith" e "Stigmata", quest'ultima - come altri due brani - riproposta in una versione più danzereccia come bonus track. Essendo le intro le parti migliori dei brani, se il musicista tedesco si fosse accostato a un progetto più atmosferico/ambient/soundtrack avrebbe sicuramente concepito un lavoro migliore. Dispiace vedere così tanta pubblicità attorno a un fenomeno di questo tipo, perché dal basso ci sono sicuramente anime imprigionate nel fazioso ventre del business, che scalpitano e gridano all'ingiustizia.
Silvio Oreste
http://www.myspace.com/traumtanzermusik
http://www.bob-media.com/cms_echo/