27-12-2010
VV.AA.
"A Sepiachord Passport"
(Projekt/Audioglobe)
Time: (69:57)
Rating : 7.5
L'area su cui si inquadra questo sampler è quella steam-punk, e qui potremmo perdere il resto della giornata in una succosa discussione, o se preferite una conferenza, su presunte parentele con il punk che in trent'anni di esistenza più o meno nobile, rivoluzionaria e innovativa ha visto la sua essenza sputtanata, esaltata, glorificata in molte situazioni musicali o giornalistiche. Lo 'steam' è il nuovo modo di intendere un suono che, in realtà, nell'underground esiste da sempre e che saltuariamente è stato interpretato da artisti che hanno ricercato la ballata antica, maledetta, squallida. Virgin Prunes o Christian Death, Nick Cave o Tom Waits, Siouxsie o i Pogues, la puzza musicale si è sempre manifestata affascinante in molti episodi felici ed in diversi album in cui il recupero della ballata da taverna, da dock portuale o da vicolo poco illuminato, come di circo decadente e grottesco, ha avuto momenti di lustro che ora hanno convinto più artisti alla totale dedizione ad esso. La letteratura vede con importanti riferimenti il fenomeno 'steam' da decenni, a cui si è aggiunto il cinema; ora è il turno della musica nell'onorare un filone che, grazie al suono, si completa nel suo cerchio, anche se coperto di polvere e decadenti ragnatele di vecchia cantina vittoriana. Il fatto che ancora Seattle sia protagonista non è casuale: noi non siamo sociologi, soprattutto in contesti di terra di zio Sam, ma qualcosa ci dice che in quella città il fermento 'grunge' non ha esaurito le urla underground, ora spostate su altri livelli e suoni. Cinematografico: la prima immagine che mi entra in testa pensando ad un contesto simile è il video "Tonight, Tonight" degli Smashing Pumpkins (tra l'altro uscita dalla mente di Ric Ocasek, leader dei Cars, così futuristi nel senso classico del retrò-style), perché dalla copertina di questa compilation fino al suo midollo musicale è quello lo spirito, dal colore seppiato di fine '800 fino alla Belle Epoque, con i suoi lustri ed i suoi freak, gli emigranti emarginati ed i sogni nati e morti tra puzza di porto e pantaloni scuciti, marinai illusi da bellissime troie decadute e maestrine pronte a sognare l'ennesimo amore da conquistare, cibo avariato e vino all'aceto. Questa è l'atmosfera che nei suoi minuti la compilation vi offre, e tutti gli artisti coinvolti, con la loro bombetta o la gonna scucita e sudicia, palesano carrozzoni inverosimili alla Parnassus e personaggi assurdi e felliniani, e non è detto che molti di loro, in quanto artisti intelligenti, non conoscano il surreale genio del nostro grande Federico Fellini. Quasi ogni canzone è una ballata, ma non del tipo dolce e malinconico: non può esserci dolcezza in un dock zeppo di ratti malaticci e container arrugginiti, se lì immaginiamo la location. Ballate però sincere e poco ruffiane, dirette al cuore e con parole immediate tra taverne in cui irlandesi, italiani o scozzesi (la feccia di quegli anni di sogno conquistabile nella East Coast) portavano con malinconia i ricordi della loro terra per far sì che ancora per un po', ancora per qualche anno, la patria non fosse una lontana dissolvenza ma una madre ancora vicina. Questo è ciò che "A Sepiachord Passport" mi evoca, ed uso il coinvolgimento diretto perché per una volta, per questa volta, sarà così, e forse non sarete d'accordo con il vostro pennino, ma ne dubito... Sarebbe doveroso menzionare ognuno dei venti artisti coinvolti da Sam Rosenthal in questo progetto targato Projekt: Seattle è grande fucina, con molti artisti coinvolti nel carrozzone sonoro in cui i Black Tape For A Blue Girl, nel nuovo ciclo iniziato con "10 Neurotics", si dimostrano ancora acerbi nel documentare la corrente dal loro punto di vista. "Rotten Zurich Cafe" è nobile se raffrontato alla feccia di altri brani, più esposti alla brezza marina anche quando ricca di odore di pesce marcio, più intrisi di muffa degli anni; su queste basi vi invitiamo a vestirvi quindi di abiti logori, desueti ed oltre il vintage, aprendo le vostre menti verso i ricordi di macchine incredibili, racconti esagerati da fine '800, avventure inverosimili e popoli esotici, quelli che oggi hanno un nome ed una connotazione etnica ma che, nelle fervide menti degli scrittori di oltre cento anni fa, erano la magia del nuovo, il lusso della scoperta, lusso perché beneficio di pochi. La scoperta vi aiuterà a percorrere i solchi di "A Sepiachord Passport": buon viaggio, il tempo è ben inferiore agli ottanta giorni...
Nicola Tenani