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Room 103

23-08-2010

DARK ORANGE

"Clouds, Paperships And Fallen Angels"

Cover DARK ORANGE

(Kalinkaland Records/Audioglobe)

Time: (64:14)

Rating : 8

Arriverà l'autunno, e colorerà d'ocra le foglie dei nostri alberi nei parchi, nei boschi, nelle campagne; ocra e vermiglio danzeranno con la coreografia diretta dal vento, accompagnati da quell'odore penetrante di funghi tipico nei mesi pre-invernali, e l'aria, di questi aromi come di frutta matura e sidro nei campi di frutta, sarà satura per qualche settimana. Arriverà l'equinozio, e come in un atavico rito il nostro animo precipiterà nella fase malinconica dell'anno: chi dalle proprie finestre avrà la possibilità di vedere davanti a sé tutto ciò, la danza delle foglie morenti, i folletti del vento tra le foglie, potrà davvero ritagliarsi questi meravigliosi istanti di romantico decadentismo in cui il cuore sì soffre, ma in un angolo remoto poi trova sempre un sorriso. Tra una lacrima, un pensiero o un'immagine al di fuori del vetro manca solo un ingrediente: la musica. Quest'album, nel riportare oggi alla luce un pezzo piccolo ma importante di wave gotica dopo anni di inattività (almeno sotto il monicker Dark Orange), ci riporta anche quella musica che serve a scavare dentro, nelle giornate in cui lasciarsi scavare è necessità, non dolore. "Clouds, Paperships And Fallen Angels" è un mucchio di foglie che danzano, è il vento fresco sul viso, è l'attesa per ogni momento che potrà e dovrà arrivare; è campagna autunnale, la stessa che evocava "Victorialand" per mano delle chitarre di Simon Raymonde e Robin Guthrie, ovviamente tra le nuance opaline della voce di Elizabeth Fraser. Iniziava l'era dell'ethereal ed allo stesso tempo dello shoegaze. "Clouds, Paperships And Fallen Angels" per quelle sonorità compone un inno in dodici tracce, e le chitarre vivono il loop dominato da lunghe plettrate senza fretta od aggressività ma staticamente belle, come gli angeli comparati tra le labbra di Katrin-Elna, allacciandosi a quel frangente di dream-wave etereo che ogni tanto desideriamo narrare come nel caso dei defunti Tearwave, degli Chapeau Claque o dei Chandeen, che in Kalinkaland, per ovvi motivi, sono padroni di casa. Una nuova fase della carriera dei tedeschi che, nel nuovo assetto, del nucleo originario contano due membri: Katrin-Elna e Dirk 'Odu' Ritter (insieme protagonisti nell'act 24 Hours), a cui in fase d'opera si è aggregato il francese Olivier Goyet ed a cui si aggiungono una serie di collaboratori che in "Clouds, Paperships And Fallen Angels" portano un contributo pesante, non solo un nome di richiamo. Innanzitutto Robin Guthrie per la masterizzazione di canzoni che fin dall'opener "Dreamygreen", passando per la successiva "Memories...The Fairy Man", le delicatezze di "Seaweed And Luffa" con la tastiera o le poderose chitarre di "Monkey Businnes" (quasi un'evocazione tardo-romantica creata con la sei corde), sono importanti segni di una rinascita da non sottovalutare. Atmosfere sempre oniriche e dreamy nel loro essere tra pop e darkwave, su cui la bella voce di Katrin carezza le piogge dovute alle note governate dal pedale loop. Se ad una base già così fascinosa aggiungete la collaborazione tra percussioni e dulcimer di Emer Brizzolara e Steven Burrows degli And Also The Trees, la potenzialità si offre bella in ogni angolatura esposta. Ne deriva che la cover di "The House Of Love" (meravigliosa perla nell'ostrica "The Millpond Years", prodotta dalla band amata e scoperta da Lol Tolhurst nel 1988), in questo abito sognato, rinnova la bellezza dell'originale per consegnarla ancora radiosa al futuro. Era il 1993 l'anno in cui Hyperium Records rilasciava "The Garden Of Poseidon", album che appariva come il canto del cigno della band tedesca; il 2010 vede la rinascita di un'idea che, modificata nel suono e nella struttura, ha la possibilità ed anche il diritto di riappropriarsi di quel successo che a torto non è mai arrivato pieno e totale neppure con album incantevoli come "Oleander", un raro esempio nei primi anni '90 di wave 'cold & dark' ben bilanciata. Kalinkaland su questo ritorno ci investe, sapendo di accogliere un'eredità importante per la quale un futuro rigoglioso è possibile, confermandosi come l'etichetta-erede europea della 4AD, che questi suoni li 'brevettava' e produceva coi suoi storici artisti. Arriverà l'autunno, danzeranno le foglie e cadranno malinconiche gocce di pioggia, cadenzate e sorrette da dodici tracce targate Dark Orange.

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/darkorange

http://www.kalinkaland.de/new/index.php