01-03-2010
ENGELSSTAUB
"Ignis Fatuus: Irrlichter"
(Apollyon)
Time: (45:00)
Rating : 8.5
Il ritorno del trio tedesco è oramai imminente: un nuovo full-lenght è quasi pronto (dovrebbe contenere sei tracce tutte inedite, ma ancora il condizionale è d'obbligo) e la Apollyon prepara il terreno ristampando "Ignis Fatuus: Irrlichter" in una confezione digipack nel formato DVD molto elegante. Un ritorno atteso, anche se il trio teutonico non ha mai pienamente ricevuto gli onori meritati, relegato a quel limbo speciale di chi della propria musica ne fa un'espressione 'aperta' in un mercato che spesso vuole etichette e generi ben definiti. Apollyon poteva scegliere di ristampare l'ultimo full-lenght prodotto, "Anderswelt", ma sarebbe stata una scelta troppo prevedibile, oppure poteva puntare al feticismo collezionista con il debut album del 1993 "Malleus Maleficarum", ma l'operazione non avrebbe rispecchiato pienamente l'identità sonora dei tedeschi. Scegliere di voler invece ristampare "Ignis Fatuus: Irrlichter" è pienamente condivisibile, perché esso si propone come l'album centrale di una carriera in costante evoluzione, produzione 'ponte' tra quelle sonorità ancora legate al dark canonico che guardano però con curiosa stima alle nuove influenze (l'edizione originaria è del 1994) neofolk eteree, a tratti seminali per quel celtic-heavenly-folk che oggi ritroviamo in Elane, Faun oppure Omnia: insomma, in tutte quelle idee che uscite dal calderone neofolk degli anni '90 compongono oggi soluzioni più celesti, spesso nate nei retaggi classico-popolari dell'Europa continentale. Questo il grande merito degli Engelsstaub, così affini, soprattutto nel canto maschile di Mark Hofmann e Waldemar Zaremba, al teatrale tono lirico di Gavin Friday
nell'ultima parte di carriera dei Virgin Prunes. "Per Aspera Ad Astra" è esemplare in questo, con il suo incedere tipico della grande scuola dark per poi crescere piano piano nel finale in una dolcissima ballata che, aiutata dalla struggente melodia di un'ancia (oboe? clarino?), diventa un perfetto germoglio di quei suoni che negli anni incontreremo nei già citati Elane, nelle ballate firmate Hekate o negli Ordo Equitum Solis. Quasi apocalittici in "Dream Demon", simile alle sepolcrali e minimali essenze di "Lex Talionis" o "The Death Of The West" dei Sol Invictus (gli anni sono quelli e le influenze neoclassiche di Wakeford, nel tragico manifestare i malesseri interiori, sono riferimenti importanti). Lo stesso sapore che si gusta ascoltando la stupenda "The Change Of The Moon", sempre in bilico tra neofolk e post-punk, una danza tra suoni di fiati e legni, percussioni virili e voci maschili, ma su tutto la bellissima vocalità tenue di Silke Hofmann. L'ingresso in formazione della sorella (nel 7" "Unholy" del '92, timido primo passo, Engelsstaub è ancora un solo-project) è stato per Mark fondamentale proprio per dare la dovuta leggiadria al registro sonoro, che si magnifica nel contrasto con le vocalità maschili. Poi dark-folk quasi etnico in "Ignis Fatuus: The Call Of Nephthys" (bellissimo brano inedito che impreziosisce questa ristampa) e "Victim Of Love", ed in ciò si equiparano agli Ataraxia degli anni più tendenti al goth celestiale di "Ad Perpetuam Rei Memoriam" o "Simphonia Sine Nomine": perfetta fu l'idea di Apollyon di avvicinare, nell'anno successivo alla pubblicazione di "Ignis Fatuus: Irrlichter", le due band nello splendido split " In Amoris Mortisque". La ristampa in esame è quindi un album da avere senza condizioni, fedele all'originale con l'aggiunta di quel brano inedito di cui abbiamo parlato prima. Attendiamo quindi di scoprire il nuovo volto degli Engelsstaub, dopo questa lunga pausa in cui hanno raccolto favori e benevoli ricordi anche col side-project Les Fleurs Du Mal (figlio del parziale split di Mark Hofmann dai Madre Del Vizio), in cui si esalta l'animo più affine al post-punk dei tre, unito al death-rock blasfemo di Fulvio & soci. Li aspettiamo ansiosi di trovarli in nuove vesti, ma non troppo dissimili dalle precedenti: per noi Engelsstaub è espressione di dark-folk aperto e sperimentale, e così intendiamo ritrovare la band.
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/engelsstaubks