22-02-2010
ANDREAS GROSS
"We Like Ghost Girls"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (61:25)
Rating : 7
Nonostante possa apparire come una band raminga nell'oblio degli 80's, se scoperta per caso in una giornata di ricerche Last-fmiane, magari celata tra le righe del roster della 4AD, questo progetto è decisamente più giovane, pur avendo già quattro album all'attivo prima di questo "We Like Ghost Girls" (realizzati al ritmo di uno ogni 12 mesi a partire dal 2005). Dalla mente dell'omonimo cantante/tastierista, offrono al vostro udito una proposta di sensuale dream-pop bagnato da respiri shoegaze e ballad più struggenti. Potrebbero ricordare i Cocteau Twins privati delle loro chitarre più dissonanti, oppure l'eleganza dei Chandeen. Una sorta di ninna nanna alla Luna, innocente e vellutata, a volte sostenuta dalla presenza di chitarre acustiche ("Coming Around") o da pochi accordi ricchi di delay in piena tradizione new wave (donando gemme candide come la dolcissima "Stone Thrower"). Tabitha Anders si afferma come la vocalist più adatta per questo progetto e per tali sonorità (da constatare la timbrica, così a suo agio nell'effettistica di "Memento", con tanto di assolo sviolinato). La forza dell'album risiede nella natura caledoscopica dell'emotività, da stacchi tenebrosi ("Serious Plays") ad arrangiamenti anche stilisticamente più barocchi (mood Enya) con tanto di uso del vocoder ("Roads"), ad energia decisamente meno decadente. Mentre la batteria non svolge solo una mera funzione di metronomo ma, a seconda del momento, si desta dal torpore, passando in primo piano (durante la strumentale "Hollow And High", sostituisce proprio le vocals con l'efficacia di un timing poderoso). A concatenare il disco con il passato fa capolino "Malfunction", brano originariamente presente nella precedente release "Hail To The Employee", che viene qui remixato in veste soffusa a far le veci di una ballata intima con retrogusto trip hop nei beat. Fascino dunque di melodie pregiatamente pop, pennellate con leggere venature dark. Manifesto perfetto ne è il brano più bello, "Entangled": da solo meriterebbe già un ascolto obbligato per gli appassionati di Elizabeth Fraser & dintorni (questi considerino un punto in più nel rating), così affamati di nuovo materiale in questo periodo, e rappresenterebbe una pregevole scelta di relax per tutti gli altri.
Federico Francesco Falco
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