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Room 103

06-04-2009

VV.AA.

"Sky So Grey"

Cover VV.AA.

(Decorative Records)

Time: (66:22)

Rating : 9

Boston, Massachusetts. Questa città potrebbe risultare anonima tra noi amanti della musica oscura, eppure solo il nome di Diamanda Galás (quanto sta ricorrendo tra le nostre pagine...) potrebbe essere sufficiente per dare credenziali underground agli appassionati. A rafforzare i potenziali di questa parte al nord degli U.S.A. interviene questo sampler, unicamente prodotto allo scopo di dare un riflettore alla scena di questa città. Variegata in diverse sfumature e richiami della gamma goth europea, dissimile dal solito death-rock stelleestrisce. È doveroso evidenziare che in quel paese non solo i figli dei Christian Death hanno possibilità di esportazione presso i nostri lidi. Il tutto con grande senso della musica, spaziando tra varie atmosfere e includendole in grandi gamme proposte, escluso forse solo l'elettronica pura (che comunque negli States ha diverse band di rilievo), ma non è il nostro caso. La Decorative Records (label giovane che fa della territorialità e della sua divulgazione il proprio punto di forza) ci propone quattordici tracce per dare la possibilità ad ognuno di approfondire l'ascolto delle singole band: un vero canale di divulgazione assemblato con ottimo senso del mixaggio, variando i colori dei generi proposti e dando l'impressione quasi di un concept. L'ascolto è condotto gradatamente tra i vari stili: shoegaze, atmosfere neoclassiche con violini, teatralità in parte manifesta, dolcezze sussurrate e voci spiegate sono tutto ciò che potrete trovare in "Sky So Grey". Solitamente nell'esporre i contenuti di un sampler ci si limita ai momenti peggiori e migliori; la qualità globale dell'album in questo caso richiede che ogni singolo brano ed ogni singola band abbia il proprio momento descrittivo senza dilungarsi troppo in presentazioni, e l'augurio è di ritrovarle in futuro. Si comincia subito con il suono d'immediato ed accattivante richiamo al dream-pop ed a suoni eterei proposti dagli Amber Spyglass (curatori di tutta la compilation) con il brano "Harmonic Tide": ottima la voce di Kelly Godshall nell'insinuarsi tra chitarra, piano, strumentazioni classiche, il tutto in un raffinato sound quasi chillout. Vira verso toni diversi il brano successivo: "Last Breath", proposto dai Seven Sunless Days, inizia tra lenti ed ipnotici accordi di synth supportati da campionature industriali, per poi esplodere in riff di sei corde violenti. L'impiego della voce femminile dà al sound il sapore gothic-metal in chiave Evanescence risultando piacevole e non troppo commerciale, nonostante il genere sia inflazionato. Quiete eterea nella traccia successiva: The Milling Gowns, su lente partiture di piano e straziati accordi di violino, con "Fist Wings Followings" getta un non voluto ponte tra Boston ed il nostro Friuli. La voce maschile, cantando sulle note del pianoforte in toni bassi, ha le stesse peculiarità dei nostrani Lily's Puff, mentre l'inserimento della voce eterea e femminile rimanda agli All My Faith Lost..., ed è piacevolissimo trovare queste affinità che rivalutano il lavoro di band nate e cresciute nel nostro Paese. Shoegaze e goth-pop per il brano dei Thylacine, "Lay Down". Un po' di Hungry Lucy e di nuovo un po' di scuola Chandeen per un brano dolcissimo in cui la chitarra, padrona dello stile cristallino nelle sue lievi plettrate figlie dell'amata scuola Cocteau Twins, conduce con delicata guida la voce verso territori malinconici ed onirici. Il punto in cui l'ascolto incontra la musica di Walter Sickert & The Army Of Broken Toys è un raro momento di dark-folk, simile a quello europeo, in terra americana. "Viktagraph" richiama i Death In June, la chitarra affine a quella di Douglas Pearce accompagna voci campionate e riverberate in sussurri, col violino che trova spazio in un clima generale di calma apparente e tesa. Barocco invece "Ave Maria", firmato dai Dreamchild: il patrimonio italico è onorato nella memoria antica di Pergolesi e Cimarosa in un trionfo di estetica rinascimentale religiosa. La voce declama cantando senza troppe pronunce la lirica del testo creando un piccolo movimento sinfonico 'adagio', e il tutto è esaltato dall'entrata dell'organo. Poi il sampler impenna all'improvviso, complice la chitarra distorta e quella elettrica che si manifestano in lunghe plettrate riverberate: è il brano dei Melt. Stile particolare che assume in sé i connotati del goth-rock e del gothic in stile Diva Destruction, "Through The Door" è un ottimo incipit per chi ama questo tipo di sonorità, ed unito alla voce aperta, tipicamente americana, può ricordare altre band del panorama della metà degli anni '90. Pure il momento successivo, "Tragedy" dei Lucretia's Dagger, vive delle distorsioni delle sei corde ma con voce più teatrale, ed i cori di rinforzo allineati con la stessa le danno un lieve tocco a la Emilie Autumn. Di nuovo la quiete ad opera dei What Time Is It Mr. Fox: "Hanging In A Tree" è struggente, basata su precari equilibri di lievi bacchettate di batteria sul charleston ed i piatti tenendo un ritmo lento, aspettando l'inserimento del violino e della chitarra che segue come una compagna la voce, triste e malinconica in un sottile gioco di pacato folk-pop che riporta la mente al primo lavoro dei Cock Robin. L'elettronica, di solito assente, compare invece nel brano di Mark McGettrick, ma i synth in "Greening" 'si accordano' con le chitarre in modo equilibrato senza protagonismi strumentali e rivive il sound di Fad Gadget con ottimo gusto in stile quasi no-wave. Il sampler si avvia alla conclusione ma ha ancora quattro cartucce da sparare, ed una di questa è "To Lure The Swans And Flies": protagonisti sono i Twelfth Of Never e la loro atipica proposta fairy in terra americana (nonostante si muovano progetti anche in tal direzione). La voce leggermente bassa sussurra su un doppio arpeggiare di chitarre, finché una delle due si stacca per concedersi delicate distorsioni. Il risultato è ottimo: la scuola Faith & The Muse si sposa con quella europea degli Elane regalandoci una nuova band che regala preziose aspettative. Sugli stessi canoni neoclassici il brano di Sharon Crumrine, sebbene si sposti nella direzione di musicisti dal mood più cold ed affranto, come ad esempio Le Triste Sire. "February" è come il mese da cui prende il nome, nasce lenta e apatica, melanconica e prostrata dal freddo, fino al momento in cui il pianoforte aumenta il ritmo smorzando il violino, supportato dall'infiammarsi delle percussioni. Nelle ultime due tracce di questa compilation, che non ha mai un momento di stand by, è il momento di onorare Diamanda Galás: la traccia proposta da Aepril Schaile & The Judgement, "Mary Lucifer", guarda alla Serpenta con vigore teatrale, complice anche il pianoforte ossessivo, esulando dagli stereotipi che vogliono gli U.S.A. terra di chitarre distorte in chiave death-rock e poco più; il pezzo è un gioco gotico di maledizioni vocali e sonore di tutto rispetto. Se la voce fosse maschile, potrebbero essere figli ideali dei Das Ich. Ultimo brano: l'ora abbondante del sampler sta scadendo senza noia, è il turno di Ultra Plush e del dream-pop di "Celestine Dream", eterea nella costruzione, shoegaze nelle fiammate di chitarra. Erotica nei momenti in cui la voce maschile gioca ad 'accoppiarsi' con i melliflui vocalizzi femminili, sensuale nell'organico strumentale e vocale, degno finale di un sampler che, come questa song, seduce l'ascolto, lo cattura e lo trasporta verso tanti mondi, tante piccole facce del goth che sta crescendo nel Massachusetts.

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/skysogreycomp