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Room 103

23-02-2009

OPERA MULTI STEEL

"Parachèvement De L'Esquisse - An Ultimate Anthology"

Cover OPERA MULTI  STEEL

(Wave Propaganda)

Time: CD1: (59:53) CD2: (65:10)

Rating : 8

Wave Records/Wave Propaganda è una label brasiliana il cui spirito produttivo risede nel recupero filologico del sound 'wave' nella sua evoluzione. Per dare un'idea chiara della ricerca artistica, basti pensare alle riproposizioni di una band pioniera di questo storico sound come i Pink Industry o, nel nostro caso, degli Opera Multi Steel. Quest'antologia non è una mera mossa commerciale, ma un vero e proprio regalo: studiata nella scelta delle canzoni proposte, copre tutto l'arco della carriera degli OMS con coerenza, mettendo in risalto le sinergie compositive dei francesi. Un vero e proprio viaggio nel tempo, con l'amore che contraddistingue chi spesso elabora simili raccolte. Ritrovare nel quotidiano gli stessi suoni in varie soluzioni stilistiche ed evolutive di band che si connotano nel fenomeno 'cold-wave' francese non è casuale, bensì è la prova che negli anni si è determinata una scuola contrapposta alla classica e canonica wave inglese o all'isterica cugina 'no-wave' americana. Due dischi per fornire un quadro completo delle diverse soluzioni messe in atto dai Nostri, che ritroviamo sviluppate nell'ascolto delle oltre due ore dei due dischetti. Nel primo disco l'elettronica quasi 'bossanovata' della opener "Jardin Botanique" ha la stessa scanzonata atmosfera dei primi lavori di Isabelle Antena (medesima la provenienza geografica), e tutto il dischetto verte su questi temi. Con piccole varianti come in "Cathédrale", estratta dall'omonimo album della cui ristampa ci siamo recentemente occupati, o nel suono elettronico e quasi mantrico di "Prométhée", estratta dall'album "A Contresense" del 1988. Temi cari in quegli anni a band vitali e protagoniste in diversi orizzonti musicali, dai CCCP ai Dissidenten. Allineata ai concetti classici della darkwave di allora, "Jézabel" rivive dei suoni cupi della fine degli anni '80, e lentamente le tastiere cedono il posto alle chitarre cercando equilibrii diversi e più oscuri. Questo lento cammino prosegue nel secondo dischetto, e se di evoluzione si parla, ciò è dovuto in gran parte alla stabilità di formazione che i Nostri hanno mantenuto negli anni, tra molti progetti collaterali (O Quam Tristis..., 3 Cold Men etc...), ma senza mai perdere di vista il lungo prospetto a cui si sono votati. In questo Catherine Marie, Frank Lopez, Eric Milhiet ed il leader Patrick Robin sono un esempio di fedeltà, nata prima dall'amicizia che dalla progettualità comune. L'unica vera defezione avuta in tanti anni di carriera è quella di Xavier Martin, non tra i fondatori, ma che per una decina di anni ha diviso onori e glorie con i quattro membri originari. Non c'è quindi da stupirsi se i temi dei primi album li ritroviamo in "Regrets Qui S'écaillent", con maggior presenza del basso e tastiere più integrate nella sintesi, non in disparte ma protagoniste del pathos ossessivo abilmente creato. L'uso delle campane - anche tubolari - in "Lunettes Solaires" riprende i temi dell'album "Cathédrale", come se nascere all'ombra del gotico della cattedrale di Bourges fosse un segno di un destino che in questa parte di carriera si manifesta nei suoni. È il 1996, anno in cui l'album "Histoires Des Frances" determina una vetta altissima nella musica degli OMS. Vari brani in questo sampler provengono da questo disco, e non è un caso. Due anni dopo esce "Eternelle Tourmente": anni d'oro per la coldwave, nei quali i Collection D'Arnell-Andrea e tutti coloro che gravitavano nei pressi di questo movimento divennero una realtà consolidata, e non soltanto un ammiccante fenomeno transalpino. Negli Opera Multi Steel il suono rallenta ancor di più rispetto il recente passato: la chitarra entra a pieno titolo nel computo generale, arpeggiata e classica (e non elettrica) perché deve fornire delicatezza, mentre le trame melodiche sono appannaggio di basso e synth. L'uso della voce lirica di Catherine, quasi urlata, affianca i Nostri ad una tipologia sonora simile a certi suoni neoclassici che vivono sui confini del darkfolk germanico o polacco; " La Délices De La Moisson" s'inserisce nell'album portando con sé quel retaggio orientale che a tratti nella discografia del gruppo rimane sopito ma mai latente, dando al suono connotati quasi di stampo 'world'. Il viaggio si conclude nel secondo dischetto, e la traccia conclusiva, "Par Ici Où L'homme Trépasse", ci porta nel 2003 di "Une Idylle En Péril", ultimo full-lenght di inediti del quartetto. Un album che è una monografia: il manifesto sonoro di una band che, letto in chiave di ascolto e ricerca, è il trattato di un fondamento del goth francese. Delicato, contaminato, mistico, ma anche ballabile: Wave Records dona a tutti coloro che portano con sé lontani ricordi l'antologia ideale per riviverli nella memoria degli Opera Multi Steel, confezionando un'uscita indispensabile anche per tutti quelli che vogliono conoscere a fondo ed in maniera seria e rigorosa questi suoni.

Nicola Tenani

 

http://pagesperso-orange.fr/opera.multi.steel/

http://www.waverecordsmusic.com/