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Room 102

20-12-2008

ATTRITION

"The Jeopardy Maze"

Cover ATTRITION

(Two Gods)

Time: (52:09)

Rating : 7.5

Non sembrano essere contemplate soste nella massiccia opera di ristampa del foltissimo catalogo degli Attrition da parte della Two Gods, segno evidente di come Martin Bowes, mastermind dello storico combo inglese e titolare della label stessa, intenda riappropriarsi in toto delle proprie creazioni. Stavolta tocca a "The Jeopardy Maze", album uscito nel 1998 su Matrix Cube (divisione prettamente electro della ben nota Trisol) per il mercato europeo e su Projekt per quello statunitense, fra le indiscusse vette artistiche di una realtà che può vantare 28 anni di onoratissima carriera. Anche in quell'occasione furono della partita sia il musicista d'estrazione classica Franck Dematteis (viola) che Julia Waller (voce), entrambi coinvolti negli anni in svariate produzioni al fianco di Martin negli Attrition, e forse proprio dieci anni fa questo terzetto riuscì ad ottenere il massimo dalle proprie alchimie: "The Jeopardy Maze", infatti, è senza dubbio uno dei dischi di maggior spessore ed intensità di tutta la storia dell'act inglese, e la prova lampante sta nell'evidente complementarità raggiunta dai tre artisti nel caso specifico. La voce di Martin, dosata attentamente, risulta qui molto più profonda, ipnotica ed espressiva rispetto al passato, ed i synth dalle fosche ed inquiete tinte dark-electro si combinano alla perfezione tanto con la viola di Franck (sfruttata in ogni modo possibile, con punte di sperimentalismo notevolissime) quanto coi vocalizzi di Julia, in piena simbiosi con gli ulteriori interventi di Sister Teresa (spoken words), Joanne (voci aggiuntive) e Mark Beswick (chitarra). Un sound piacevolmente oscuro e ritmato, una spirale di tensione guidata da una cassa ficcante e costruita su sottili ma penetranti melodie sintetiche; un affresco umbratile abilmente congegnato per creare un effetto ipnotico che genera inquietudine, all'interno del quale Franck combina magistralmente la sua viola all'elettronica come pochi altri avrebbero saputo fare, molto prima che l'electro di stampo sinfonico/neoclassico prendesse piede. Un'opera inappuntabile nella quale i molti momenti strumentali non suonano mai come dei meri riempitivi, ma anzi, aiutano a portare a compimento la ricerca di un suono distinto e coerente con sé stesso, elegante e capace di suscitare sensazioni forti. Oltre al rinnovato artwork ed alla fatidica opera di rimasterizzazione, il dischetto si fregia di una bonus-track: si tratta di "Infant Joy", inedito basato su un poema di William Blake (costruito su sottili linee di synth che fanno da degno sfondo audio-cromatico alle parole) e valore aggiunto perfettamente pertinente col resto dell'album. Al solito, raccomandiamo questa riedizione tanto ai collezionisti quanto soprattutto a quei lungimiranti novizi che volessero avvicinarsi alla musica dello storico act britannico: "The Jeopardy Maze" sarebbe indubbiamente un ottimo inizio.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.attrition.co.uk/

http://www.twogods.co.uk/