12-10-2008
TAPAGE
"The Institute Of Random Events"
(Tympanik Audio)
Time: (65:02)
Rating : 6
Diversi EP ed una scuola dedita al crossover tra generi sono il background su cui si determina il debutto artistico di Tapage, pseudonimo dietro al quale si cela l'artista olandese Tijs Ham. Collaborazioni importanti per lui nell'ambito sperimentale: nel 2006 ha conseguito un buon successo l'EP "Hydromedusa" insieme all'artista Meander, dopo che i due insieme realizzarono nel 2005 un altro 'corto' sotto l'egida della Bionic Recordings. Proprio con Meander (sotto l'appellativo di Ophidian), il Nostro muove i primi passi tangibili nell'ambito dell'elettronica concettuale ed IDM. L'approdo in Tympanik si rende concreto con il primo full-lenght dell'artista, che non si discosta molto dalle proposte di altri musicisti della stessa label. Può risultare troppo estremo nel computo generale il contrasto tra l'ottima atmosfera ambientale essenziale su cui Tapage costruisce la sua musica, spaziale ed oscura, raffinata e informe, spesso però 'violentata' dalle tipiche screziature breackcore, mascherate sottoforma di 'scretchate' manipolate dai synth; questo delimita il suono e lo rende ostico. Di contro, in alcune tracce, si manifesta una grande predisposizione alla creazione di climi sonori raffinati, elaborando tessiture digitali molto oscure ed apocalittiche: "Pretend Not To See"esalta le apocalissi senza tempo dell'immaginifico sound con l'inserimento di un impalpabile ed eterea voce femminile, presente a tratti come fosse la testimonianza sopravvissuta di un olocausto globale. È la netta visione di un mondo distrutto, inumano ma non annientato. Ulteriori momenti simili avrebbero dato una caratura superiore all'album. Lo stesso discorso, nonostante il brano menzionato rimanga l'unico episodio in cui una voce umana s'insinua nei suoni, vale per "Dirtwalker", che vanta una regolare e raffinata struttura ambient, ma la pecca grande è l'apparente mancanza di concettualità globale del dischetto. Regna il caos, il disordine, l'amorfo: è piacevole la musica esposta come un fluttuare di creature poliformi quasi aliene, però avrebbe meritato una concretizzazione maggiore di regole costruite insieme al proprio immaginario man mano che l'opera prendeva forma... Ciò non accade e lascia un senso di vuoto all'ascolto, ma è il primo lavoro 'importante' dell'artista, e tra gli sprazzi captabili di buona musica s'intravedono le possibilità future di Tapage.
Nicola Tenani