08-09-2008
ROUGHHAUSEN
"The Agony Of The Beat"
(Tinderbox Records)
Time: (62:28)
Rating : 8
Se il campo d'azione è quello dell'electro-industrial di scuola canadese, l'aver suonato assieme a formazioni del calibro di Front Line Assembly e relativi side-project (segnatamente Will e Decree), fianco a fianco con personaggi quali Bill Leeb, Rhys Fulber e Chris Peterson (tanto per citare i nomi più significativi), rappresenta verosimilmente la miglior 'palestra' possibile. È il caso di Jeff Stoddard, nome che i più attenti fans dei Front Line Assembly dovrebbero già conoscere, avendo egli suonato - in prevalenza come chitarrista - assieme a cotanti musicisti sin dal 1990 (quando il Nostro viveva ancora in Canada, prima di sposare una taiwanese) su dischi quali l'imprescindibile "Caustic Grip" e su tutta una serie di eccellenti lavori - da riscoprire - firmati Will e Decree. Il 38enne Jeff, ormai stabilitosi in via definitiva a Taiwan (dove lo studio costa davvero poco e si può fare tutto il surf che si vuole, come egli stesso ci informa), dopo le importantissime esperienze di cui sopra ha portato avanti nel nuovo millennio il progetto Roughhausen, col quale giunge oggi alla quinta release ufficiale a seguito di una produzione discografica iniziata nel 2003 con l'album "Defenestrated". Stranamente, nonostante un passato così illustre da parte di Jeff, il solo-project Roughhausen è un nome ancora poco noto nella vecchia Europa (mentre, per contro, persino in Asia riscuote ampi consensi, con date live programmate in luoghi quali Jakarta, Taipei e Manila, oltre alle 4mila copie di "The Agony Of The Beat" già vendute sul suolo asiatico), specialmente nel Bel Paese, e la speranza è che questa quinta release, edita in un gradevole formato digipack, possa cambiare almeno in parte la situazione, garantendo al Nostro il feedback positivo che di certo merita. Il nuovo album parte bene con l'acida ma controllata "The Pinned Man", che pone subito l'accento su ritmiche e suoni di qualità, ottimamente combinati ad una voce harsh ricolma di effetti; la chitarra irrompe nella seguente "Control" sotto forma di autentiche rasoiate, che ben si sposano al tessuto sintetico raggelante e pregno di atmosfere entusiasmanti, mentre Jeff libera la sua vena più industriale in "The Bad Seed", traccia sferragliante e virulenta di grande effetto. Il suono ruvido di Roughhausen, in puro stile 90s, mostra chiaramente come Jeff abbia appreso al meglio certe lezioni in seno ai Front Line Assembly ed ai relativi side-project: chitarre affilatissime dosate alla perfezione, vocals abilmente distorte (in maniera ben più convincente dei troppi gruppuscoli harsh odierni), ritmi piacevolmente intricati, mutevoli e mai piatti (a tal proposito si sentano la macchinosa "Relentless" e la conclusiva "An Awakening", oppure la sferragliante "I Know You": altro che le casse dritte tanto in voga oggigiorno...) e synth gelidi ed apocalittici sono le armi che il Nostro sfrutta sapientemente e con grande dovizia di particolari, rivelandosi non solo un 'guest' di lusso per progetti altisonanti, ma anche e soprattutto un abile compositore e manipolatore di elettronica, in quanto anche produttore del proprio suono (con ottimi risultati). La miglior testimonianza di tutto ciò viene offerta da frangenti quali la serpeggiante, raggelante ed apocalittica "Sub-Nality" (spettacolare il break centrale fra sussurri e percussioni) e dalla devastante scheggia iper-groovy "Gut [Entrails Mix]", veri picchi dell'intero lavoro, ma alla fin fine ogni singolo brano riesce a convincere, sia che si tratti di momenti più 'leggeri' quali "Fornaicus" e "Fists Of Love" oppure di episodi più ferali come la tiratissima "U Better Run" e le più industriali "My War" e "Falling Down". Senza dubbio siamo di fronte ad uno dei lavori più interessanti dell'anno per quanto attiene all'elettronica più oscura, intelligente e cattiva, quella che fa male davvero senza bisogno di scadere negli schemi triti e ritriti dell'harsh-sound, quella che pone la creatività sopra all'hype, quella dietro alla quale c'è un duro lavoro che va ben oltre i soliti preset: Roughhausen è un nome che non si può più continuare ad ignorare, e questo nuovo lavoro metterà d'accordo tanto i fans dei migliori Front Line Assembly (sia quelli odierni che quelli della scorsa decade) quanto quelli che prediligono l'elettronica di scuola anni '90 e, fra i 'duri' del panorama electro contemporaneo, danno priorità a cose dal tasso qualitativo globale elevatissimo come Interlace, Terror Punk Syndicate, Mindless Faith e Necro Facility.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/httpwwwmyspacecomroughhausen