08-03-2021
LAST INFLUENCE OF BRAIN
"Insomnicore"
(Electrofrequent)
Time: CD (61:37)
Rating : 7.5
La primissima uscita della label slovacca Electrofrequent, nata per dare asilo ai progetti di una ristretta cerchia di musicisti slovacchi e cechi (segnatamente Last Influence Of Brain, Terminal State, Samhain, The Opposer Divine, Eclipsed, THXM e Static Charge Disease), è la nuova fatica degli ottimi LIOB, sorta di appendice di quel notevolissimo quarto album "Insomnicons" con cui l'act slovacco - ora un quartetto con l'ingresso in pianta stabile del chitarrista Lubomir V - aveva fatto il proprio rientro sulle scene all'inizio del 2020, dopo oltre dieci anni di silenzio. Prodotto in soli 100 esemplari in un essenziale digipack, il dischetto si divide fra cinque nuove tracce e sette remix di brani dal succitato "Insomnicons", ribadendo con forza il vigore che anima un suono granitico a cavallo fra solida EBM, ruvida electro-industrial e fascinosa dark-electro, assimilabile alla scena canadese ed a figure fondamentali come Front Line Assembly e Skinny Puppy. I nuovi brani occupano la prima parte del lavoro, partendo dalla lenta e sinuosa "Reverse Osmosis", che prende poi ritmo in vista dell'ottimo refrain, e se "Orthotoxic" sfodera un groove incalzante, "Sheet Of Artificial Skin" poggia invece su quelle suggestive dinamiche cadenzate che il combo padroneggia mirabilmente, al pari di una "Masturbeating" più industriale e capace di un bel crescendo in termini di durezza, laddove la lenta e macchinosa "Strangel" sfodera un refrain melodico di buon effetto. Tutti di livello anche i remix: "Idolatry" viene ripresa con ampio sfoggio di muscoli nella 'SVK version' e in una scattante veste dance da Mulphia, mentre "Khonsu" viene intelligentemente movimentata in chiave IDM da Fullcontact 69 ed ammantata di dark-electro da Object; ottimo il lavoro di Numb, abile nel rendere tetra e inquietante "Duality", e se K-head (K.I.F.O.T.H.) infonde solidità a "Binarea", Terminal State chiude degnamente i giochi con la sua rilettura concitata ed industriale di "Broken Moonster". Tanta qualità in una release tutt'altro che interlocutoria che evita accuratamente il rischio di risultare un mero riempitivo sino al prossimo album, consolidando la posizione di una band ispirata, motivata e rocciosa, da seguire con attenzione al pari delle sorti della Electrofrequent.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/lastinfluenceof/
http://www.electrofrequent.com/