05-02-2021
FRONTIER GUARDS
"Reload"
(Aliens Production)
Time: CD (65:55)
Rating : 7.5
Dopo cinque album di altissimo livello realizzati fra il 2008 ed il 2019, arriva per il progetto del ceco Martin Pavlík il momento del remix-album, che nello specifico vede rielaborare da svariati nomi di peso della scena musicale brani estratti da tutti i suddetti lavori, e quindi sia dalle prime uscite più inclini all'IDM, sia da quelle successive che hanno incarnato la svolta in chiave EBM/dark-electro. Racchiuso in un essenziale digipack e limitato a soli 150 esemplari, il dischetto include nella sua ora abbondante ben undici remix, una cover e tre inediti, fornendo un cospicuo quantitativo di materiale di alta qualità, come è lecito attendersi da un progetto dalla carriera sin qui ineccepibile. Nomi di grande esperienza come Amnistia, ISH, K.I.F.O.T.H. ed MC1R svolgono bene il proprio compito, remixando a dovere le rispettive tracce, ma è con la rilettura di "Dark Age" firmata da Terminal State che si inizia a fare sul serio, nel caso specifico grazie ad un'autentica e travolgente bomba da dancefloor oscuro. Molto bene anche Tokee, che tramuta in materia dance da club metropolitano "Last Breath"; Václav Neckár Jr. (dei Depressive Disorder, band che spesso presta il singer Patrik Lev proprio a FG), che esalta la matrice EBM della spettacolare "Oblivion"; i Last Influence Of Brain, che caricano di groove pulsante e tensione "Transcendental Experiment"; Jan Vozáry, drummer ceco che apporta una ritmica funky (!) a "Torment" e poi rende squisitamente macchinosa "Madman"; e infine Jihad, che infonde ulteriore fascino a "Dark Age". La cover eseguita da FG è per "Under Pressure" della band "astral hardcore" ceca Insania, e funziona decisamente bene in questa veste meno organica, mentre i tre inediti di cui sopra chiudono l'opera: molto bene la title-track, macchinoso, teso e drammatico incubo cibernetico col già citato Patrik Lev quale ottimo interprete vocale; nervosa e imperniata sull'uso del vocoder "Trajectory Of Life", con alla voce Tomás Mutina degli eccelsi Terminal State; e infine la più atmosferica "Digital End", cantata da Mia Bohemia, sempre molto tesa e legata a doppio filo a dinamiche EBM/dark-electro. Tanto materiale di alta qualità per un lavoro che ha molto da offrire, potendo garantire un livello sempre elevato e non scadendo mai in semplicistiche riduzioni in chiave dance o remix da "minimo sindacale". Consigliato non solo ai seguaci/completisti di FG, ma a chiunque ami l'elettronica con la "E" maiuscola.
Roberto Alessandro Filippozzi