27-11-2007
[:SITD:]
"Bestie:Mensch"
(Accession/Audioglobe)
Time: (63:07)
Rating : 6
Il doppio EP "Klangfusion Vol. 1" spartito col connazionale Painbastard aveva lasciato ancora una volta dei dubbi circa le reali qualità dei tedeschi [:SITD:], che in quell'ipotetico 'confronto a due' col succitato compagno d'etichetta erano usciti letteralmente con le ossa rotte... Ora arriva finalmente il terzo full-length del trio della Ruhr, particolarmente atteso dopo il non brillante secondo album "Coded Message: 12" di due anni e mezzo fa, e stavolta è davvero tempo di bilanci per un gruppo che sembrava promettere ben di più ai tempi del debut-album "Stronghold" (2003). I limiti dei [:SITD:] restano i medesimi di sempre: anzitutto la voce di Carsten Jacek, come da copione assolutamente non all'altezza della situazione, e poi le soluzioni strumentali e ritmiche, spesso e volentieri ferme ai soliti beat ed ai consueti tappetini di synth all'acqua di rose. Cose non certo di poco conto, specie quando si parla di una band rodata a dovere sia in studio che live, e tuttavia incapace di uscire in maniera concreta - se non sporadicamente - dagli schemi in cui si è rinchiusa. Volendo valutare gli aspetti positivi, c'è da dire anzitutto che il gruppo è riuscito nell'intento di realizzare un'opera che fosse musicalmente 'glaciale' (complici i bei suoni levigati) come l'artwork scelto per la copertina, dimostrando se non altro un disegno di fondo portato avanti con cognizione di causa. I ritmi si mantengono sufficientemente variegati, e si passa da episodi equilibrati come l'opener "Herbsterwachen" e "Silver Bombs" a momenti maggiormente indirizzati ai club quali "Stammheim", la già nota "Kreuzgang" (qui presentata nella 'versione 2'), "Direction:North" e la pompata e muscolare "Propaganda", ma sempre senza particolari sussulti. Destano dal torpore generale, invece, i frangenti più coraggiosi, a partire dai brani cantati dal tastierista Thomas Lesczenski: in tal senso, sia l'elaborata "Displaced" (dotata di un valido refrain) che la sfuggente e glaciale "Reincarnation" ribadiscono che alla voce 'harsh' priva di nerbo e piatta di Carsten i [:SITD:] farebbero bene a preferire quella del buon Tom, sfruttando a dovere l'arma più efficace in loro possesso per uscire definitivamente dallo stallo. Bene anche "Telepathic", che si muove spettrale tra ghiaccio e nebbia, e l'atto finale pianistico "Heroic", mentre la strumentale "Floating" si rivela ininfluente. Un altro disco di mestiere per il trio teutonico, che si salva in virtù di una manciata di episodi potabili e di una produzione degna di tal nome, ma che dopo tre album e tanto clamore deve ancora dimostrare di valere effettivamente più della media dei gruppi che affollano l'odierno panorama harsh-EBM.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.accession-records.de/