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Room 102

27-11-2007

HEIMATÆRDE

"Leben Geben, Leben Mehen"

Cover HEIMATÆRDE

(Infacted/Audioglobe)

Time: (55:34)

Rating : 7

Tra le uscite più bizzarre in ambito EBM, Heimatærde è un nome che non si può non ricordare. Se dal vivo i nostri si divertono a fare i vampiri mascherati da templari (con esiti terribilmente pacchiani, ma sicuramente efficaci), su disco il combo tedesco ci ha ormai abituati ad un particolare mix tra veemenza harsh, passaggi electro-goth ed un mood medieval che prende vita grazie all'uso di cornamuse e di alcuni temi musicali risalenti all'epoca che si vuole qui rievocare. Ma, dopo il boom del debut "Gotteskrieger" (un grande disco per chi vi scrive), l'effetto novità era già scemato con il successivo "Kadavergehorsam", album pieno di collaborazioni ma assolutamente trascurabile. Oggi invece Heimatærde cerca di giocare qualche carta meno prevedibile, abbassando notevolmente il bpm e puntando maggiormente sulla melodia, sulle sfumature di matrice dark-electro e su un minutaggio non più spropositato come è accaduto per il precedente album. Da tutto ciò scaturiscono dodici brani piuttosto equilibrati, dalle atmosfere intriganti e a tratti addirittura trascinanti, anche se di colpi di genio non se ne vede neanche l'ombra. Probabilmente "Leben Geben, Leben Mehen" è un disco costruito troppo in fretta, che risente ancora delle recentissime pubblicazioni di questi moderni techno-crociati, quasi si trattasse di un'appendice di quanto già proposto in passato, ma con le varianti sopraccitate... Dalla track-list mettiamo comunque sul podio "Volle Deckung" (strumentale 'pompata' a dovere che fa la sua bella figura), "Num Kommt Der Heiden Heiland" (un criptico mid-tempo giocato sul vocoder) e la melodica "Sie Zerrt An Mir" (con ospite alla voce Dennis Schober dei Solitary Experiments), tipico pezzo teutonico fino al midollo che spopolerà nei club della mitteleuropa. Ininfluente la presenza del singer dei defunti NamNamBulu Henrik Iversen in un brano dell'album, segnatamente nella conclusiva "In Alle Ewigkeit". Non resta quindi che lasciar scorrere questo dischetto nel lettore senza grosse pretese: niente di speciale, ma comunque piacevole.

Chemnitz

 

http://www.heimataerde.de/

http://www.infacted-recordings.de/