04-09-2019
END-TEK
"Oblivion"
(Exabyss Records)
Time: MC (95:20)
Rating : 7
Fra i molti progetti dell'ungherese George Turoczy (Human Vault, Stone Wired, Voidmorf etc.) troviamo End-Tek, act col quale il musicista ora residente a New York - titolare della Exabyss Records - ha esplorato i meandri di un'electro-industrial d'impostazione old-school, sconfinando anche in territori EBM, IDM e breakbeat. I due lavori realizzati dal progetto in formato digitale, "De-Existence" del 2008 ed "Oblivion-Tek" del 2016, vengono ora riproposti entrambi per intero nell'audiocassetta in esame, realizzata professionalmente in sole 66 copie complete di cardboard esterno. Un'ampia mole di materiale in cui non è così facile districarsi, vista la gamma di soluzioni messe in atto all'interno di una scrittura piuttosto libera da paletti di sorta che, a conti fatti, appariva ancora in divenire, nonostante l'esperienza messa in campo avesse già dato garanzie sia sul piano creativo che su quello della resa audio. La side A ospita il più recente "Oblivion-Tek", che come il suo predecessore include solo sporadicamente le parti vocali (buona la voce femminile nella più moderna "Burning The Fire [Burning The Soul]"), preferendo scavare con ritmiche e suoni con fare ora cervellotico ("Passage", "Omnium Humanity"), ora più ossessivo nel groove ("Corpse Of Mine", "The Opposite Tension"). Spazio anche per materiale più filmico ("Oblivion Tech") e per aperture verso la breakbeat ("Foundation Hope"), mentre "Drier Then Hay" si fa apprezzare per la sua pulsante tensione. La side B è appannaggio del più datato "De-Existence", lavoro che poggia saldamente su basi electro-industrial con brani quali "Faith Fatigue", "Life Or Death", l'intensa "The Last Soul" etc., sebbene momenti più minimali come l'inquietante "Monotonous" ed una "Subway Of The Blood" capace di implementare tratti IDM testimonino dell'eclettismo di George. Bene le linee suadenti ed armoniose di "Shrine For Satan", così come una "Lost Hopes" dal retrogusto EBM (e dalle buone vocals oscure) ed una "Smell Of Bones" in odore di soundtrack, mentre "Linear Orbit", col suo ruvido beatwork, trasmigra dall'altro album in questo lato del nastro per bilanciare il minutaggio. Una buona occasione per scoprire un act interessante, recuperando in un sol colpo tutto il materiale da esso pubblicato.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://exabyssrecords.bandcamp.com/