20-12-2016
DISHARMONY
"Fragments Of Time"
(Aliens Production)
Time: CD (49:45)
Rating : 8
Giunto alla decima uscita sulla lunga distanza, il duo slovacco - che lascia l'americana Tympanik dopo tre release per tornare a gestire le cose attraverso il proprio marchio Aliens Production - è ormai una delle migliori garanzie per chi si diletta con l'elettronica più raffinata e intelligente. Con una base dark-electro ampiamente consolidata, pescando sempre abilmente e saggiamente da generi quali ambient, industrial, harsh-electro, IDM e downtempo, Ryby ed Headdreamer arrivano a concepire la loro opera emotivamente più intensa, sfoggiando un taglio doloroso che emerge chiaramente dalle trame raffinate e magnificamente prodotte dei 13 brani inclusi. Numericamente parlando continuano a prevalere le tracce strumentali, sagacemente arricchite dall'utilizzo di samples atti a caratterizzare ulteriormente quel taglio squisitamente filmico di cui il duo è capace, ma nei pezzi in cui il cantato è presente, la voce di Ryby - sempre lacerante e di estrazione 'harsh' - si fa sofferta come mai prima d'ora, a testimonianza di come le emozioni catturate nell'album abbiano radici profonde. L'esemplare compattezza del nuovo lavoro - realizzato in sole 333 copie - fa sì che tutto funzioni da cima a fondo, col mood magistralmente catturato quale perno della totalità dell'ascolto, dalla dolorosa opener "City Of Lights" al breve ma eccellente strumentale conclusivo "Re [Forms]", apocalittico e magnificamente costruito attorno ad un sample di voce lirica femminile. Le cadenze sono sempre lente e misurate, base ideale per sfoggiare l'altissima qualità di arrangiamenti, suoni, rumori e dettagli di frangenti come la dolente "Spectres", la fascinosa "Aura" e le più 'morbide' - ma sempre assolutamente penetranti - "Memorized Skin" ed "In The Eye". Fra gli strumentali emergono passaggi in grado di arricchire ulteriormente l'opera come la luminosa "Empty [Forms]", la più ligia alla downtempo "Hidden [Forms]", momenti di grande finezza melodica e pathos come la title-track e "Real [Forms]" ed una "Behind The Door" giocata su cupe cadenze jungle. Tutto questo e molto altro nell'ennesimo centro messo a segno dal duo (che ricordiamo essere attivo anche col monicker Oxyd), oggi più che mai punta di diamante di una scena che riesce a sfruttare ed amalgamare il meglio di correnti stilistiche così fini e ricercate, capace di infondere massicce dosi di eleganza, intelligenza, maturità e buon gusto per dimostrare come anche dai suoni più freddi possa scaturire arte carica di sentimento.
Roberto Alessandro Filippozzi