18-08-2015
POLYGON
"Sein Lernen"
(Aliens Production)
Time: (72:29)
Rating : 8.5
Se si pensa che "Images", ultimo vero album di Polygon, risale al lontano 2001 ("Traveller" del 2003 era una collaborazione attiva con gli Arbre Noir ed "Infinity", autoprodotto in download nel 2005, è una raccolta di demo-versions scritte fra il '95 e il '98 e mai pubblicate), ci si rende conto di come l'act tedesco mancasse all'appuntamento con un nuovo full-length da ben 14 anni, di cui una decina di assoluto silenzio. È quindi con grande piacere che accogliamo il ritorno del progetto di Ingo Lindmeier (noto anche per la sua militanza in act quali Mortal Constraint, Delta E, Audiokular e Polyspace), accasatosi presso la slovacca Aliens Production per la pubblicazione di un'opera contenente materiale verosimilmente scritto nel corso del lungo periodo di silenzio. "Sein Lernen", di per sé distante dal taglio da soundtrack di un lavoro come "Omnon" del '99, funge da summa delle esplorazioni sonore a cavallo fra ambient, glitch, IDM e dark-electro messe in atto da Polygon sin dall'esordio "Refuge" del '95, ma evidenzia una maggior ricerca della forma-canzone e, come testimoniano i risultati, anche una maturità ed uno spessore emotivo superiori. Dodici tracce che hanno per comune denominatore un forte senso di oscurità squisitamente notturno, dalle movenze ambientali dell'opener "Gestern" alle drammatiche trame della conclusiva "Erinnerung An Mich", in un lavoro che vive di misurate ma penetranti ritmiche IDM, efficaci ed ariose tessiture d'archi e piano, un'intrigante varietà vocale (fra spoken words, vocoder e cantati che sfociano in veri e propri refrain) ed un apparente minimalismo elegante e raffinatissimo che esalta ogni piccola componente. Nonostante l'ampia durata, l'album - mirabilmente prodotto e rilasciato in sole 333 copie nella consueta confezione miniDVD di casa Aliens - scorre benissimo grazie alla maestria compositiva ed alle grandi abilità pratiche del suo creatore, capace di grande austerità (la magnifica "Tag Ohne Gestern") come di sprigionare un groove moderato ma pulsante ("Autophobie", "Der Lügner" e quell'intensa "Sein Lassen" che, ospitando Ruth Messmer alla voce, a tratti ricorda i nostri Kirlian Camera), così come di ritornare su quegli ottimi passi del debut per riabbracciare atmosfere vicine a certa dark-electro e vocals memori dei migliori Front Line Assembly ("Endstation", "Gemeinsamer Nenner", "Experimente"). Un'opera ricca di splendide soluzioni ed atmosfere, ennesimo centro da parte di un artista navigato ed ispirato, tornato in grande spolvero dopo la lunga pausa di riflessione: disco imperdibile non soltanto per gli estimatori di Polygon, ma anche per quelli che dall'elettronica ricercano spessore, intelligenza e reale oscurità.
Roberto Alessandro Filippozzi