24-02-2015
UNTERSCHICHT
"Monster Akt II: Wir Sind Was Wir Sind"
(Danse Macabre)
Time: (54:39)
Rating : 6
Questo secondo atto della trilogia "Monster" rappresenta la terza fatica sulla lunga distanza per la band tedesca, che ritorna alla corte di quella Danse Macabre per cui aveva già realizzato il debut "Dreckig Und Laut" nel 2011, dopo la parentesi dello scorso anno alla Dark Dimensions per la prima parte del trittico. Senza dubbio ritroviamo un gruppo meglio bilanciato e meno grossolano rispetto al passato, sempre fautore di una harsh-EBM tanto feroce e spietata quanto canonica, ma sicuramente più consapevole dei propri mezzi e più efficace nel risultato finale. Permangono le caratteristiche di base sin qui mostrate, ovvero una voce harsh rabbiosa e spietata (quella di Sven Hegewald) cui ogni tanto si alterna quella più lieve - ma da rivedere - della sensuale Maria Fendler, posate su basi molto fisiche con melodie che pescano stavolta un po' meno dalla techno ed un po' di più dalla dark-electro, in ottica rigorosamente club-friendly. La nuova prova non spinge sempre sull'acceleratore come nella feroce scheggia "Good And Evil (Killing Jesus Christ)" o nella tirata "Pillen", ma i bpm si mantengono comunque sempre ideali per infondere quel groove ballabile cui mai viene realmente alternata qualche seria variante, se si esclude l'apocalittica introduzione "Kopfkino". Intenzioni chiare che si traducono in una buona fisicità, per una prova che senza dubbio non apporta alcuna novità ad una scena ben schematizzata, ma che se non altro garantisce energia e dinamismo. Mancano, oltre alle suddette varianti, episodi che potrebbero fare da traino all'intero lavoro (la stessa "Produkt", pur essendo il picco dell'opera, non svetta particolarmente in un songwriting così livellato), ed anche se stiamo parlando di una band ancora lontana dall'aver raggiunto quella maturità che ci si aspetta da un act alla terza prova, non si possono negare certi (fisiologici) miglioramenti a livello di produzione e sul piano realizzativo. Abbastanza per strappare la sufficienza (benché avrebbe giovato snellire la tracklist di almeno un paio di episodi), ma dagli Unterschicht ci aspettiamo molto più coraggio a breve, se davvero vorranno emergere da una scena al collasso come quella in cui militano.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.unterschicht-band.de/