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Room 102
05-06-2007
NECRO FACILITY
"The Room"
(Progress Productions/Audioglobe)
Time: (38:27)
Rating : 8
Riprendere sapientemente la lezione dei migliori maestri e farla propria attraverso un sound concreto e convincente è appannaggio di pochi, ed è quanto gli svedesi Necro Facility sono riusciti a fare seguendo le orme di autentici 'mostri sacri' come Frontline Assembly e Skinny Puppy. Del duo scandinavo ricordiamo ancora l'ottimo debutto di due anni fa con "The Black Paintings", esordio che evidenziava prepotentemente la personalità e la capacità di manipolare le soluzioni elettroniche più abrasive da parte di una band che, nonostante la giovane età, si mostrava già in grado di competere coi grossi calibri del settore e di annichilire in un sol colpo la stragrande maggioranza dei 'newcomers' in circolazione, grazie ad un sound capace di assumere i connotati di un vero incubo oscuro. Con "The Room" la formula non cambia: si resta nei solchi tracciati dai succitati Frontline Assembly e Skinny Puppy (quelli migliori), ma Henrik Bäckström (voce) ed Oscar Holter (musica) sono riusciti a donare nuovo vigore al proprio sound, mostrando una maggior durezza (complici le forti venature industrial) ed una più ampia e convincente gamma di soluzioni. I brani della nuova fatica del duo di Karlskoga evidenziano tutti una maggior solidità ed un forte senso di oppressione (complici delle vocals a tratti dilanianti), e questo già a partire dalla cupa e macchinosa "Fever Eyes", cui segue una dura "Dogma" in grado di porre l'accento su suoni anche migliori di quanto ascoltato sul debut. I richiami ai Frontline Assembly si fanno espliciti in episodi come la già nota "Tuxedo" (ascoltata sul sampler della Progress di qualche mese fa) e la più lineare "Circuit Breaker", mentre è l'incedere macchinoso (segno di come la band lavori attentamente sulla parte ritmica) a scandire le varie "Anubis", "Kite" e la più nervosa "Dissolving Angle"; bene anche momenti come la cupa e serpeggiante "The Box", la folle e spaventosa "Jigsaw" (memore dei più allucinati Skinny Puppy) e la mostruosa traccia finale "Ragdoll". Un'ulteriore nota positiva è rappresentata dalle chitarre, ottimamente integrate e perfette per fornire ulteriore durezza ad un sound di per sé già tremendamente solido e sferragliante. Mentre gli Skinny Puppy se ne escono con un lavoro altalenante ("Mythmaker") ed i Frontline Assembly continuano ad inanellare performance più che lodevoli, un piccolo 'mostro' - figlio bastardo delle migliori intuizioni dei suoi 'padri putativi' - cresce nell'ombra, pronto ad avvelenare il sangue e le menti di chi al mero assemblaggio di club-hit fini a sé stesse preferisce una ricerca sonora volta ad esplorare i meandri più bui dell'animo umano, infischiandosene dei trend del momento. La sempre fervente scena svedese trova coi Necro Facility un nuovo grande nome da affiancare ai superlativi Interlace ed agli ottimi Severe Illusion: un follow-up di tale levatura, nonostante la durata un po' limitata, non potrà passare inosservato. Ascolto doveroso.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.progress-productions.com/