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Room 102

18-05-2007

AUTOAGGRESSION

"Artefacts"

Cover AUTOAGGRESSION

(Dependent/Masterpiece)

Time: (62:45)

Rating : 7.5

A due anni dall'interessante debut "Geräuschinformatik" ritroviamo Lukas Schneider, musicista tedesco proveniente dall'area della Ruhr, alle prese con l'atteso follow-up, nuovamente sotto l'egida di quella Dependent ormai tristemente prossima alla cessazione dell'attività. Nuovamente accompagnato da Nives Garasevic (che garantisce la presenza alla voce in un paio di tracce), Lukas prosegue il discorso intrapreso col succitato debut: elettronica in bilico tra IDM, incursioni industrialoidi ed esplosioni techno solide ma intelligenti, ben rifinita attraverso l'utilizzo di suoni che, oltre alla consueta freddezza, garantiscono spunti capaci di esulare dalle solite soluzioni riciclate da centinaia di band odierne. Quello di Lukas è un sound al quale non manca né forza né raffinatezza, e che punta in primo luogo alla varietà della proposta: accanto ai synth solenni ed ai ritmi IDM dell'opener "Meta" troviamo infatti frangenti quali la liquida e rilassata "R-A", l'IDM ruvida e dal taglio industrial della vorticosa "Blame", la ritmata e solidissima "The Sky Is Not Yours", la pompata e danceable "Speed" e la più accomodante IDM di "Scape 1". Spaziando tra soluzioni intricate ed episodi decisamente più fisici e muscolari, ci si imbatte anche nei pochi brani dotati di vocals quali l'opportunamente ritmata (ma lontana dai soliti clichè) "Shallow Things" e la più pacata "Words" (dotata di retaggi industrialoidi), entrambi cantati da Nives, mentre l'ospite d'eccezione dietro al microfono per "A Thousand Fires" è nientemeno che Eskil Simonsson dei Covenant, perfettamente a suo agio in una club-smasher fortemente ritmata e basata su suoni assolutamente notevoli. In buona sostanza Lukas, restando fedele alle idee ed alle intuizioni che stanno alla base stessa di Autoaggression, è riuscito a limare a dovere il proprio sound, evitando di risultare eccessivamente bizzarro o di introdurre elementi fuori luogo e/o brani inconcludenti: di conseguenza, "Artefacts" si rivelerà un lavoro da esplorare con attenzione per scoprirne le molte sfaccettature, nonché l'eclettismo del suo creatore.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.autoaggression.net/

http://www.dependent.de/