13-03-2011
BLACK LUNG
"The Soul Consumer"
(Ad Noiseam)
Time: (74:15)
Rating : 6.5
Ecco un altro progetto ormai ultradecennale che torna a farsi notare nell'ambito della scena elettronica. Black Lung è una delle diverse incarnazioni del talento dell'australiano David Thrussel, personaggio dall'immensa cultura musicale; il progetto partì nel 1994 con l'ottimo "Silent Weapons For Quiet Wars", in cui si intravedevano i germi della fusione fra ambient e industrial che tanti proseliti avrebbe fatto negli anni successivi. Oltre a questo progetto, mi sembra doveroso citare anche le altre anime di David, come Snog o Soma, e proprio con quest'ultimo act, nello stesso anno di esordio di Black Lung, il Nostro timbrava il capolavoro "Hollow Earth". Da quell'anno di grazia ne è passata di acqua sotto i ponti, e il buon David ha continuato a sciorinare dischi soprattutto a nome Black Lung, che, a questo punto, sembra essere diventato il suo progetto principale. Se con il tempo David potrebbe aver perso parte della sua ispirazione, di certo non sembra aver perso la voglia di provocare. Questo nuovo album pare infatti essere nato dall'ossessione di David di mangiare carne umana, deviando dalla sua normale dieta vegana, ossessione nata da un assaggio fatto cinque anni a Kiev, di cui però non vengono fornite ulteriori notizie. Il disco, quindi, sempre secondo le dichiarazione dell'autore, nasce dalla collaborazione di donatori di carne umana, arruolati via internet, che si sono fatti mangiare per stimolare la creatività di David sotto effetto di una dieta iperproteica. Messa così sembra quasi la trama di un horror di ultima generazione scritto da Tarantino o Eli Roth, e se l'intenzione di David era in effetti quella di creare un atmosfera malsana intorno al disco, rievocando atmosfere alla "Salò o le 120 giornate di Sodoma", il Nostro ci è perfettamente riuscito. Il problema è che tutta questa aspettativa non si traduce in un capolavoro, nonostante il disco contenga brani intriganti e originali. In generale "The Soul Consumer" è un disco violento nell'impatto, e mescola con perizia elementi industrial, techno-punk, trance e power electronics. Brani come la title-track o "The Brazen Cellar Stomp" sono assalti frontali trance e harsh noise mascherati da pezzi minimali, mentre "Sapphic Trysts And Burnt Lips" e "Curdled On Waxen Floor" sono due 'industrial boogie' costruiti l'uno su un riff di chitarra sintetica in cui si può rintracciare il ritmo del classico "Peter Gunn", e l'altro su una citazione di un vecchio rock blues sferzato da scariche elettriche, una specie di mambo punk/rock industriale ad alto contenuto adrenalinico. Alternate a queste tracce troviamo song più meditative che si rifanno molto ad alcune tematiche dark ambient o anche alla trance più intimista e intellettuale, come "Mr Love Teeth", mentre l'opening dell'album "Symphony For The Damned" ricorda una overture operistica di stampo Wagneriano. "The Soul Consumer" non segna nessuna svolta nell'opera dell'artista di Melbourne, ma è semplicemente un altro prodotto Black Lung preparato con la consueta sapienza derivante da anni di pratica sul campo. Inoltre si spera che la provocazione del cannibalismo resti una cosa una tantum e non diventi una amara consuetudine per sviare l'ascoltatore dal contenuto, visto che tale sotterfugio era già stato utilizzato con il precedente "Full Spectrum Dominance" del 2009, commissionato - a detta dell'autore - da una imprecisata agenzia governativa. Con tutto ciò "The Soul Consumer" può incontrare i gusti dei fan di vecchia data e di chi apprezza generi come l'IDM, l'industrial e l'ambient, in virtù di un aspetto formale perfetto e di alcune idee sparse qua e là all'interno del programma.
Ferruccio Filippi
http://www.myspace.com/blacklung01