20-12-2010
DIRK GEIGER
"Autumn Fields"
(Tympanik Audio)
Time: (71:15)
Rating : 7
Il tuono, la pioggia ed un pianoforte che suona una partitura figlia di un'anima sensibile ed introversa: filmografica e d'effetto, l'apertura di "Autumn Fields" è affidata a Maurizio Blanco, duca maestoso dell'elettronica tedesca colta nel combo Klangstabil. Non è certo un caso la presenza di Blanco, che oltre ad essere un capace musicista, con Klangstabil ha pubblicato del materiale per la Raumklang Music, label fondata nel 2002 dallo stesso Dirk. Dopo aver pubblicato nel 2008 via Raumklang anche il proprio debut album "Dondukov 15", l'artista tedesco si affaccia in casa Tympanik portando nel bagaglio della label di Chicago la sua visione dell'elettronica sapiente ed ambientale, rallentata ed architettonica se pensiamo alle note come mattoni, cellule. Esule della pista, attualmente a Geiger sembra non interessi nemmeno di rimando un suono danceable, concentrato com'è ad elaborare visioni, linee psichiche, combinazioni stilistiche aggraziate al servizio delle sue macchine. Ritmi moderati che solo in parte accelerano, cercando un ritmo quasi sempre segnato da cadenze slow ma ricche di artifici, frutto di un suono davvero ricercato. Dopo l'intro "Gewitterregen", Dirk inizia il suo lavoro certosino nel creare substrati urbani di ovvia alienazione tipica ma gentile, non aberrante, perlomeno spostando il baricentro sulla follia collettiva mantenuta lucida, e questo ambiente si insinua tra le note portandovi voci, rumori, blande manifestazioni umanoidi. Ne sono esempi sinceri la title-track oppure "Night In Haskovo", così ben calibrate nel click'n'cut leggero e nubiforme, e questa piattaforma sonica si amplia in "Minus10" arrivando ora al mid-tempo, osando con ritmiche dubstep, cercando lo slancio nello spazio urbano e deformato dall'ottica di un musicista visionario. Acquoso in "Winter Senses", bell'esempio di ottiche contraffatte, ma in cui ora Geiger trova il logaritmo, la formula aritmetica del ritmo esposto, inserendovi ciò che di umano si può, compresi leggeri colpi di tosse (l'album, non a caso, è dedicato all'autunno). La sensazione è quella che esista un'umanità magari non viva, ma che ha imparato a sopravvivere. La musica di Geiger, come quella di tanti suoi colleghi (stimolatori del nostro cervello, che sa captare i messaggi), apre visioni e stimola le nostre antenne, con le quali siamo pronti a captare ed interpretare promemoria astrusi per chi ha già il cervello conforme. Due remix nel finale: il nostro Svart1 (sono così pochi gli artisti che in Italia creano le visioni gestendole tramite macchine...) rivede "Night In Haskovo", qui ancor più oscura dell'originale, di una tenebra però quasi subacquea, abissi liquidi che risiedono nella mente ancor prima che all'esterno; Access To Araska rilegge invece "Overhead Projection", senza snaturarla ma trasportandola in una dimensione di lenta dissolvenza, e le tracce sonore come scie chimiche si alternano in cicliche manifestazioni captabili in sfere atmosferiche ancor più alte, sfidando il cosmo, cercando di avvicinare l'abisso, qui celeste, che diventa via via scuro e ultraterreno. Una sensazione, quest'ultima, che si avverte in più tracce: viene da chiedersi se quel temporale iniziale, tra note di un pianoforte romantico, non sia stato determinato artificialmente nel grande gioco subdolo del controllo sull'uomo. La musica di Geiger aiuta anche a porsi interrogativi: datevi, se potete, delle risposte.
Nicola Tenani