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Room 102

06-12-2010

HOCICO

"Tiempos De Furia"

Cover HOCICO

(Out Of Line/Audioglobe)

Time: (58:03)

Rating : 8

Senza mezzi termini, è doveroso ribadire come sia stato "Wrack And Ruin" (2004) il momento meno esaltante della storia del duo messicano, che però due anni e mezzo fa ha saputo risollevarsi col valido "Memorias Atrás", pur senza strabiliare. Ma gli Hocico, così come Suicide Commando, passeranno alla storia dell'harsh-EBM non certo per dischi 'di rottura', bensì per un percorso coerente (oltre che importante nella definizione di un sound che ha generato centinaia di epigoni) dove l'affinamento di uno stile consolidato prevale sui rischi, spesso ridotti all'osso. E non fa eccezione il nuovo opus, che però soddisfa i desideri primari del pubblico del duo: canzoni in puro stile Hocico, sì, ma valide (leggi: violente e ballabili), in prevalenza funzionali al dancefloor e ben prodotte, possibilmente memori dei fasti dell'album della consacrazione "Sangre Hirviente". Racso ed Erk centrano l'obiettivo, ritrovando con "Tiempos De Furia" una visione d'insieme più compatta e sciorinando un songwriting ispirato, diretto ed efficace come da tempo non accadeva, supportati da una produzione che fa tesoro dell'esperienza e della classe maturate negli anni dai Nostri senza lesinare in fatto di durezza e di atmosfera, proprio come nei giorni migliori. Un lavoro ottimamente bilanciato che si apre con un mid-tempo di gran classe come "I Want To Go To Hell", subito seguito dalla potenziale club-hit "Where Words Fail, Hate Speaks", in buona compagnia con altre dancefloor-smasher quali il primo singolo "Dog Eat Dog", la feroce "Bite Me!", la più ruffiana "Twist The Thorn", l'indiavolata title-track ed una "Altered States" più dance-oriented del solito. Non sono da meno una "Flesh To Lacerate" la cui melodia ed il cui groove si fondono in un binomio letale ed una "Hey... It's Me" estremamente solida le cui trame electro-dark catturano al primo istante, ma è la più rallentata e macchinosa "Lost Fate", molto ben congegnata nelle sue orchestrazioni oscure, a rivelarsi l'episodio più ferale del dischetto. Note positive anche dai momenti più 'coraggiosi': "Kiss Of The Apocalypse" è un valido strumentale sospeso fra oscurità e melodia, mentre il semplice ma intenso tema di piano di "Not Human" si combina ai ritmi rallentati creando un ottimo effetto, finanche raffinato; chiude l'atmosferica "Los Espejos Rotos", intrigante nelle sue trame dal taglio onirico. Gli Hocico restano quindi assolutamente fedeli a sé stessi, ma ritrovano il vigore di un tempo ed aggiungono completezza ad un songwriting oggi ben più affilato rispetto agli altri lavori degli anni 2000: tanto ci basta per asserire che "Tiempos De Furia" è da annoverarsi fra gli episodi migliori dell'intera discografia del duo messicano.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/hocicoh

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