06-10-2010
GEOMATIC
"64 Light Years Away"
(Tympanik Audio)
Time: (67:24)
Rating : 8
Tornato in pista poco più di due anni fa col secondo album "Blue Beam", pubblicato dalla francese M-Tronic a seguito di un silenzio discografico durato sette anni, il progetto olandese approda alla corte dell'infallibile Tympanik per dare alle stampe il terzo full-length. Se già il precedente opus ci aveva positivamente colpiti, grazie all'innata capacità di Geomatic nel combinare elettronica raffinata ed intelligente con suoni etnici dallo squisito sapore mediorientale all'interno di pregiati soundscapes, altrettanto possiamo dire della nuova fatica, ancora una volta esaltata nei suoi superbi suoni dal lavoro al mastering del rinomato Kevin Metcalfe. Il nuovo album sembra guardare più a distanze siderali che ai paesaggi desertici ben descritti nel precedente capitolo, come l'artwork e il titolo sembrano voler sottolineare: ciò si traduce in brani che, pur non perdendo la loro fascinosa aura tribale, spingono maggiormente verso un'IDM dal taglio cosmico, come praticamente tutta la seconda parte del dischetto evidenzia, fino al conclusivo, oscuro affresco ambientale "Final Dimensional Shift". Ma la prima parte dell'opera si collega direttamente al precedente lavoro, combinando l'efficacia di suoni elettronici finemente elaborati col manto etnico/mediorientale già dall'iniziale "Nano Anu"; sulla stessa linea d'onda le seguenti "Aftab E Siyah" e "Sacrifice", irrorate di synth acidi, laddove "White Hole, Dark Soul" si muove più lenta, facendosi oscura ed ipnotica. Bene anche "The Fourth Plane", suadente e quasi sinfonica nel suo piglio etnico, ma il gioiello del disco è senza dubbio "Shesqi", raffinatissima perla dal ritmo avvolgente che schiude ottimi campionamenti vocali e si fregia di crescendo ritmico/strumentali da brividi. Un progetto oggi più che mai da scoprire, meritatamente approdato in un roster - quello della Tympanik - che è sinonimo di assoluta qualità.
Roberto Alessandro Filippozzi