19-06-2010
KOPFER KAT
"Skrammelpop"
(Progress Productions/Audioglobe)
Time: (45:42)
Rating : 7
Nonostante il duo di Götheborg sia stato tra i primi a firmare per l'ottima label svedese Progress Productions (esemplare nel dare degno asilo al meglio della propria miracolosa scena elettronica nazionale), il debutto per Kopfer Kat giunge solo ora, e le note ufficiali indicano che è stata la volontà di lavorare al meglio su una produzione di qualità a scandire tempi tanto lunghi. Ed il suono forgiato da Michael Andresen (già attivo dal '99 con progetti quali 12 Moons, Healer, Tinnitus etc., tutti in ambiti ben lontani da quelli in cui opera Kopfer Kat) e dal suo degno compare Jimmy Andersson, che sempre le note ufficiali indicano come perfetto per i fans dei primi Sonar, Winterkälte, Imminent Starvation e Terrorfakt (termini di paragone facili ma calzanti), appare in effetti molto curato e sufficientemente potente per esaltare i tratti dei ritmati, distorti e solidi frammenti strumentali di rhythmic industrial proposti dal duo scandinavo e già saggiati con le ultime due compilation di casa Progress. "Frankenstein Stomp" irrompe con la sua fisicità, e subito appare chiara la formula che il duo adotterà tendenzialmente in tutti i frangenti: creare un muro ritmico/sonoro ossessivo e pulsante che via via si intensifica in crescendo misurati ma efficaci. Così si presentano infatti una più moderatamente ritmata "2mT", "Distroyer" e la più noisy "Gruvdrift", prima che la pompata, vorticosa e devastante "Ubervolt" si imponga come potenziale hit in grado di far detonare i dancefloor più distorti. Non poteva ovviamente mancare né qualcosa di più macchinoso (la rumorosa "Planet Noise") né un momento più 'ondeggiante' ("Arga Upp Sig"), laddove "Containerfunk" si presenta ritmata con più stile, sprigionando un groove di grande intensità che cattura. Bene anche la muscolare "Dirty Fuckin Dogs" e la più intricata e distorta "Sonic Warfare", per un lavoro ben prodotto e capace di mettere sul piatto una discreta varietà, nonostante i limiti del genere stesso. Un primo passo positivo in attesa di valutare come si evolverà un suono che non sarà facile reinventare, se non architettando qualche diavoleria che, con un po' di fortuna (nostra) e di coraggio (da parte loro), potrebbe essere nelle corde dei Nostri.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/kopferkat
http://www.progress-productions.com/