Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 102

11-06-2010

UNTER NULL

"Moving On"

Cover UNTER NULL

(Alfa Matrix/Audioglobe)

Time: (76:10)

Rating : 6.5

Se escludiamo i due trascurabili EP "Absolution" e "Sacrament" del 2006, sono quasi cinque gli anni che abbiamo dovuto attendere per ascoltare il successore del celebrato "The Failure Epiphany", lavoro con cui il progetto di Erica Dunham si affrancò dagli esordi incerti e caotici di inizio millennio per imporsi definitivamente all'attenzione del pubblico. Una lunga attesa dettata, fra l'altro, dall'incendio che ha distrutto l'home-studio della musicista di Portland (Oregon), e difatti Erica non manca di ringraziare attraverso il booklet della nuova opera tutti coloro i quali, anche attraverso donazioni, hanno contribuito affinché Unter Null potesse tornare sulle scene. L'atteso ritorno è ora realtà, e ripartire da un successo di critica e pubblico come "The Failure Epiphany", specie dopo il prolungato silenzio, non è impresa da poco: l'artista americana intraprende la sfida stemperando in parte l'irruenza harsh-EBM dell'illustre predecessore, coniugandovi un approccio a tratti più raffinato e meditativo. "Journey To Descent" apre a mò di intro alternando elettronica tagliente a ritmi più pacati, ma è con la title-track che si entra nel vivo: ancora mesta raffinatezza dettata dal grigio tema di piano, cui si alternano esplosioni dance che, nel loro essere troppo slegate dai momenti più intimisti, finiscono per risultare poco incisive. "Broken Heart Clichè" è future-pop strabordante e violento: Erica mostra la volontà di sperimentare maggiormente con le vocals pulite, alternate al suo classico stile vocale dilaniante, ma anche qui non tutto funziona come dovrebbe e le lacune vengono a galla. C'è ritmo e solidità in momenti come "The Fail" ed "I Can't Be The One", ma cattura maggiormente l'attenzione un frangente cupo e minaccioso come "Godless", dove un vocoder usato a dovere esalta i tratti inquietanti delle melodie. La tiratissima e sulfurea "Visceral, Venom Of My Being" è pura violenza gratuita, laddove "Tear Down The Walls" torna alla raffinatezza con malinconia, ed il buon uso del piano che la contraddistingue marchia a fuoco anche la più solida "Third Party"; "Hypocrite And Contradict" si presenta pompata ed acida, con ancora una deficitaria alternanza fra vocals pulite ed harsh, ed anche "The Mercy Seat" funziona piuttosto male, col morbido piano che stride con ritmi e parti vocali sin troppo 'alternative' e le laceranti urla della Dunham. Quattro le tracce bonus: l'ironico titolo "Obligatory Club Hit To Appease The Masses" svela un brano strumentale pompato a dovere e con qualche buona idea, purtroppo relegabile in ultima analisi agli esercizi di stile, ed anche il remix di De_Tot_Cor per "I Can't Be The One" può rientrare in tale categoria; molto meglio il ritmato ed acido taglio che Ex.Es dona al medesimo brano, mentre la rilettura di "Godless" firmata da Studio-X piace per il suo piglio a dir poco travolgente. Un ritorno fra luci ed ombre, sfilacciato e poco compatto, con cui la Nostra ha messo sin troppa carne al fuoco (tagliare fuori dalla tracklist qualche episodio avrebbe solo giovato, ma in commercio esistono addirittura versioni doppie e triple dell'opera con un numero esorbitante di remix vari) e si è lanciata in esperimenti che necessitano di un grosso lavoro di assestamento, al pari di una produzione che, nonostante l'aiuto di vecchie volpi come Claus Larsen (Leæther Strip) e Len Lemeire (Implant), non permette ai brani di decollare a dovere ed ha fatto perdere mordente all'irruenza di cui la Dunham è capace. A qualcuno l'album piacerà, ma senza sconvolgere come fece a suo tempo "The Failure Epiphany", e quindi verrà messo presto da parte in favore di uscite ben più interessanti.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/unternull

http://www.alfa-matrix.com/