06-05-2010
NITZER EBB
"Industrial Complex (Belgian Edition)"
(Alfa Matrix/Audioglobe)
Time: (68:53)
Rating : 7
Tre lustri: questo è il tempo trascorso dall'ultima comparsa in studio del trio britannico. Il disco di ritorno dei Nitzer Ebb ha il dolce gusto dell'attesa. Le comparse sugli stage in reunion sempre più frequenti hanno concesso ai tanti fans una speranza dovuta, visto che i Nostri non sono mai usciti definitivamente dal music-biz, ed anzi, Douglas McCarthy nello specifico si è lasciato dietro una scia di consensi per le gradite produzioni assieme all'amico transalpino Fixmer (e non è da dimenticare il contributo fornito ai superbi Kloq). Quindici anni in cui i Nitzer Ebb non hanno perso lo smalto, anche se energia, classe e voglia di conferme nel panorama electro non bastano a supplire alla troppa astinenza, che ha arrugginito le meccaniche e la sensazione di sound che avrebbe bisogno di più continuità per ingranare. Il limite parziale di McCarthy, Payne ed Harris è quello di non riuscire a scrollarsi definitivamente di dosso l'ectoplasma 'depechemodiano', troppo presente ed in parte giustificato dall'amicizia tra le due band. Anni in cui i loro treni hanno viaggiato paralleli, soprattutto in quei 90s in cui le miscele tra industrialismi lisergici e synthpop 'dancy' erano chimica comune ad entrambi gli act. "Once You Say", in cui la presenza di Martin Gore suggella l'antica amicizia, ma ancor di più "Never Known", così sensuale e maledetta, sono insieme ad "I Am Undone" le vette che "Industrial Complex" esalta nelle partiture originali. Soprattutto "I Am Undone", che si fregia del merito di regalarsi un'ottima occasione electro-dark di scuola teutonica, dronica e seduttiva, figlia di un mood desolato, affranto e romantico nello stile a cui ci hanno abituato i Diary Of Dreams negli anni. Meglio invece dimenticare "Payroll" nel suo tentativo malriuscito di compiere crossover degeneri: ne risulta un cocktail abominevole tra NIN e Red Hot Chili Peppers, una sorta d'industrial-rock sbagliato in ogni criterio. Fortunatamente la seguente "Down On Your Knees", felice momento dance, riporta il treno sui binari giusti, scongiurando un deragliamento lambito. Infine un roster ben collaudato al servizio di "Once You Say", per cinque bonus-remix tra cui si distinguono la velocità da dancefloor curata da Komor Kommando o la psichedelica e dinamica versione di Essence Of Mind. Senza infamia né lode, ed anzi a debito di idee, Poupee Fabrikk, Leæther Strip ed Implant, scelti come ovvie bandiere della label belga. "A volte ritornano", e nella parafrasi dedicata a Stephen King spesso il ritorno è orrore, ma non in questo caso! Tornano i Nitzer Ebb, non per un capriccio commerciale, bensì per un'evidente volontà di incidere ancora una volta il proprio marchio tra gli act dediti al mondo musicale governato da synth e sequencer. Se è vero che a volte un po' di ruggine, dovuta a quindici anni in cui le chimiche tra i tre non sono entrate in funzione, si evidenzia tra le dodici tracce, "Industrial Complex" è anche la possibilità di oliare meccanismi per nulla compromessi, con la speranza che gli ingranaggi non vengano ulteriormente fermati a lungo: questa volta sarebbe davvero fatale.
Nicola Tenani