08-03-2010
UNDERMATHIC
"Return To Childhood"
(Tympanik Audio)
Time: (58:36)
Rating : 8
Ennesimo debutto patrocinato dall'inarrestabile Tympanik ed ennesimo centro: la nuova scoperta dell'etichetta americana è Undermathic, progetto del musicista polacco Maciej Paszkiewicz che i pochi fortunati possessori del sampler gratuito "Approach Lights 09" (distribuito al Kinetik festival dello scorso anno) hanno già conosciuto sotto l'embrionale moniker Mechanical Steering. Il suono di Undermathic trascende le regole non scritte dell'IDM per proiettarsi in una dimensione sospesa fra melodia e ruvidità: la delicatezza melodica, suggerita spesso e volentieri da ispirate note di piano, si scontra/incontra con la leggera abrasività di un beatwork vario e mai troppo invasivo, tramutando un presunto 'contrasto' nel più fulgido punto di forza dell'album. Ce ne dà subito dimostrazione l'opener "Independence", i cui ritmi macchinosi assumono un vago sapore etnico che è invece più evidente nel gioiello "Entropy", capace di muoversi agilmente fra passaggi caotici ed ariose fughe new age prima di un finale acido, così come acida si rivela una "Submissive Woman" più solida ed incalzante, sicuramente meno melodica, ma sempre foriera di classe e stile. Leggere ma intense abrasioni industrial s'incastrano perfettamente nel tessuto melodico di momenti deliziosi come "Keep Out No Entry", "Try Again" e la più cervellotica ed IDM-oriented "TTAGGG", per poi manifestarsi con maggiore incisività e forza nella graffiante "Lighthouse"; sebbene ogni frangente sia funzionale alla riuscita di questo eccelso debutto, complice una produzione splendida che esalta anche il minimo dettaglio, sono episodi come "Understanding" (baciata da samples d'archi e melodie sublimi), la triste e sfuggente "Everything Too Late" ed una "People Pass Each Other" in bilico fra un piano ispirato, passaggi caotici ed una certa acidità di (sotto)fondo a rappresentare il picco dell'opera, appena prima che la macchinosa title-track faccia calare il sipario. Lo abbiamo già detto, ma, come si suol dire, repetita iuvant: se in ambito IDM & affini esistono dei veri talent scout che non sbagliano un colpo, quelli sono i titolari di casa Tympanik, e quest'ottimo debutto di Undermathic ce ne dà l'ennesima conferma, lasciando inoltre intuire come il capolavoro, in futuro, possa essere alla portata dell'artista polacco... Sarà il tempo a rivelarci se tale auspicio diventerà realtà: per il momento, godiamoci questo significativo e consigliatissimo esordio.
Roberto Alessandro Filippozzi