08-03-2010
VANESSA
"Ave Agony"
(X Production)
Time: (54:00)
Rating : 6
Dopo oltre dieci anni di silenzio, sotto l'ala protettrice di Alexander Hacke degli Einstürzende Neubauten nelle vesti di produttore, ricompaiono i cechi Vanessa con il loro bagaglio di rabbiosa elettronica, sovraccaricata di tutta l'energia repressa in questi anni di astinenza produttiva. Era il 1997 quando "Vanessa Gun" riscuoteva consensi in tutta Europa in ambito EBM, che in quel fine millennio si rinvigoriva donando al pubblico la massima espressione del suo elettronico vigore. Pochi sparuti progetti da parte dei reduci originari del combo, i quali hanno lasciato testimonianze aleatorie in questo decennio trascorso. Daniel Rodný e Samir Hauser rimangono gli unici membri della formazione iniziale, che si affacciò nella scena underground nel 1990 con il demo "Killing Dance" sfruttando tutta la carica nevrotica e vitale di una Repubblica Ceca che cercava un'identità post-comunista. Al duo, nel recente passato, si è unito Miroslav Papez, militante in un progetto affine come Magnetik (ma soprattutto è rilevante la sua presenza nei Moimir Papalescu & The Nihilists prodotti da X Production, la stessa label che ha investito energie nel ritorno dei Vanessa); Jakub Horák e Jaroslav Stuchlý sono gli altri elementi aggiunti per quello che ora è un quintetto che vuole un'elettronica imperata dal noise industriale, in cui le chitarre si scontrano con i synth per creare campi di battaglia sanguinolenti ed atmosfere dense di rancore, nevrosi/specchio dell'Europa centrale di oggi che quando apre gli occhi s'indigna. Sound 'snuff', marcio come il front-artwork, putrefatto e mutilante come la mano raffigurata: questo è "Ave Agony", tredici tracce brutali in cui metal, electro-tech e guitar-noise si fondono in una lega sonora che non lascia scampo. Rispetto all'ultimo lavoro "Vanessa Gun" il dancefloor è quasi snobbato in ogni traccia, eccezion fatta per "Spolkni D'ábla" e "Ahoj, Chcípni", allineate con le corazzate dell'electro-body-army Funker Vogt o Front Line Assembly. Ottimi anche in "Den Kdy Jsme Ztratili Koule": trame oscure di synth cavernosi, temi da sempre amati dai Project Pitchfork nell'esaltare, come in questo brano, la malvagità di droni rabbuiati e la voce roca, growl, fendente. Altre entità vivono però in "Ave Agony": le provenienze e i background diversi dei nuovi innesti hanno sicuramente contribuito alla contaminazione sonora. Non stupitevi allora se brani come "Primitiv" e "Zrcadla" vi evocano uno strano amalgama tra horror-punk, psychobilly ed electro-metal industriale, come se si fossero fuse insieme le menti di Fields Of The Nephilim o Ministry con le follie (anche di chitarra) dei Cramps o dei Meteors. Questa è la conferma che questo lavoro guarda con occhi riverenti al mercato tedesco, che già da qualche anno dimostra simpatie in crossover che coinvolgono punk, psychobilly ed elettronica marchiata dal rumore industriale. Un album quindi 'strategico' per capire in quali strati del popolo goth indirizzare il futuro: avremmo tuttavia preferito un lavoro più lineare e condotto su quei canoni dark-synth che i Vanessa conoscono bene (ed in parte in questo full-lenght sottolineano con maestria), mentre "Ave Agony" è invece sin troppo eterogeneo, risultando inevitabilmente privo della giusta coesione e di una reale identità. Ci sentiamo quindi di consigliare queste tredici tracce solo a coloro che amano essere 'schiavizzati' dal suono dei cechi: d'altronde il monicker nasce come Vanessa Del Rio (così fu in per il primissimo album del 1991), esplicita dedica all'omonima pornostar, quindi che vi aspettavate, la farfalla che nella tarda primavera affascina con la sua delicata bellezza? Entrate nei loro inferni terreni e le farfalle vi sottometteranno, vi aggrediranno e, con sfacciata e pornografica violenza, deturperanno le vostre orecchie in una dimensione dove l'etica è solo una reminescenza molto remota.
Nicola Tenani