04-01-2010
MONO-AMINE
"Like A Machine"
(Vendetta Music)
Time: (71:51)
Rating : 7.5
C'era attesa per il secondo album del progetto di Joost Gransjean, il quale aveva dato un bello scossone alla scena rhythmic industrial circa un anno e mezzo fa col full-length di debutto "Industrial Thought Patterns", rilasciato per l'americana Vendetta a seguito di tre vinili 12" datati 2005. Ed è sempre l'etichetta di Denver ad occuparsi di stampare la nuova fatica dell'artista olandese, che per l'occasione recupera anche due dei tre brani apparsi sul 12" senza titolo del 2005 uscito per la Darkforce NL, piccola label olandese vicina al musicista stesso. Chi si aspettava una nuova offensiva a base di sferragliante, ruvida ed incendiaria rhythmic industrial atta a radere al suolo i dancefloor più viscerali potrebbe in parte rimanere deluso, poiché col nuovo album viene nettamente mitigata la componente industrial per far spazio ad un suono più eclettico, capace di muoversi con disinvoltura verso generi come dubstep e breakcore, senza comunque perdere troppo sul piano squisitamente fisico. L'energia è infatti sempre ben presente, ma viene oggi convogliata verso nuove soluzioni, come dimostra da subito "Rythem", potente e nervosa, elettrica e graffiante, dotata di un groove ineffabile, laddove i 16 minuti della title-track preferiscono mantenere viva la tensione stando sempre sul punto di esplodere, con quel piglio industriale disturbante che pian piano cresce d'intensità. C'è maggior varietà rispetto al recente passato, e lo si evince bene da una "Lecture Me, Override Me" ancora nervosa, groovy e tagliente, ma forte di un piglio che guarda dritto senza timori alla breakcore, mentre la vorticosa ed ossessiva scheggia dance "Extremist Part 2" irradia fragore pur senza abbracciare l'abrasività tipicamente industrial. Curiosamente i due ripescaggi di cui sopra suonano più allineati al nuovo corso che non a quello del precedente opus, e questo vale sia per lo scattante ibrido goa-trance/hardtechno "Economics Maintain The Situation" che per una "If I Started..." più marcatamente goa-trance nel suo irrefrenabile groove, quasi a voler specificare che i tempi della deflagrazione industriale sono durati giusto l'arco di un album... Un ritorno parziale alle sonorità del precedente lavoro arriva dall'abrasiva e noisy "Advanced Rythm", ma subito "It Runs Through My Veins" sposta le coordinate sonore verso un letale incontro fra dance e cyberpunk, prima che una "Danderzei" dall'irrefrenabile beat adrenalinico chiuda senza affondare gli artigli. Apprezzabile la produzione, anche quando fanno capolino linee di tastiera cupe e plumbee, ma diversi nomi di casa Ad Noiseam sono molto più avanti in questo senso; menzione doverosa per il concept, che parla di una società (la nostra, ovviamente) di pecore governata da gente che ha come unico fine quello di detenere il potere, e che per farlo ci spinge a pensare come macchine programmate, ma viene ricordato chiaramente che l'intento dell'opera è anche quello di far ballare e di regalare un sano momento di evasione. Un disco di una certa complessità stilistica che spiazzerà gli estimatori del precedente album, ma che ha diverse frecce al suo arco e che saprà conquistarsi credibilità presso chi alla dance-industrial chiede fisicità ed intensità in dosi massicce piuttosto che la sola consueta 'rumorosità'.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/monoamine
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