10-11-2009
DUPONT
"Entering The Ice Age"
(Progress Productions)
Time: (40:58)
Rating : 8.5
Sparito dalle scene per quasi cinque anni a seguito del valido secondo album "Intermezzo", il famigerato duo composto da Riccardo (voce) e Danucci (macchine) torna in grande stile grazie alle cure dell'ottima Progress Productions, ormai vero faro nel panorama elettronico alternativo svedese. Non sapremmo dirvi cosa abbia tenuto lontano dalle scene il duo di Stoccolma (che circa 6-7 anni fa suonò anche dalle nostre parti al seguito di Covenant e Seabound, per poi tornare ad esibirsi nuovamente in Italia solo pochi mesi fa in quel di Napoli), ma quel che è certo è che questo ritorno è uno di quelli che contano: "Entering The Ice Age" è infatti senza dubbio una delle migliori uscite in ambito elettronico dell'anno in corso, verosimilmente la migliore in ambito EBM, e non è poca cosa, vista la concorrenza che proviene dalle stessa Svezia e dalla sempre agguerrita Germania. Se già con "Intermezzo" i due artisti avevano dato prova di savoir-faire nel maneggiare la materia EBM senza suonare pretestuosamente retrò, oggi sono in grado di fare ancor meglio: la fredda matrice electro body music, infatti, viene oggi sorretta da una versatilità nel songwriting e da una perfezione a livello di strutture che non trovano eguali fra i pur validi avversari odierni (Autodafeh in testa), merito dell'indiscutibile classe di due artisti navigati ed acuti. L'incisiva e marpiona "Run For Protection" (supervisionata ed ispirata da Oscar Holter dei Necro Facility) apre all'insegna della più pura EBM col suo refrain trascinante, e subito ci si rende conto della coesione e della solidità del duo, che replica prontamente con la nuova hit "New Dawn" (è di recente pubblicazione un EP digitale ad hoc), irresistibile e coinvolgente nel suo impeto dance che travalica i confini dell'elettronica oscura con intelligenza e stile, merito di una produzione scintillante e di livello decisamente superiore. Oltre al succitato Holter, ad occuparsi di ispirare e supervisionare altri due brani è il frontman dei Covenant Eskil Simonsson, segnatamente nella sinuosa ed avvolgente title-track e nell'istrionica e sexy "Dope Of Love", ma i Nostri convincono anche quando si lanciano nel recupero del passato: la rilettura odierna del loro primissimo singolo del 2000 "Behave", infatti, si incastra bene fra i nuovi brani in virtù di una solidità impressionante, impetuosa nel suo incedere muscolare e condita da vocals dure perfettamente calzanti. I cantati di Riccardo, giustappunto, appaiono oggi perfettamente calibrati in ogni frangente, complice una costruzione impeccabile di strofe e refrain che eleva la caratura di ogni singolo episodio. I Nostri plasmano a proprio piacimento la materia EBM con una sicurezza disarmante, dosando melodia e suoni levigati in "Your Heart", infondendo estrema raffinatezza al piglio danceable in "Like We Never Loved", spingendo sull'impianto ipnotico con l'ossessiva e magnetica "Goodbye" o ancora giocando fra magici ricami melodici e vocoder in "N.A.S.A", per poi far calare il sipario come si conviene con una "Sapphire" capace di un esplosivo e maestoso refrain e di un finale cadenzato sorprendente a livello di enfasi emozionale. Riccardo e Danucci dimostrano in una quarantina di minuti come sia possibile rileggere i dettami dell'EBM senza suonare per forza come DAF, Front 242 o Nitzer Ebb, contestualizzando intuizioni brillanti all'interno di un sound assolutamente fresco ed attuale, forti di un momentum creativo che è la sintesi perfetta di quanto di buono evidenziato in passato: solo un rinnovato spirito e la consapevolezza dei propri mezzi (persino il più diffuso quotidiano svedese ha descritto i Dupont come "al massimo della forma", a ragione) permettono di raggiungere traguardi simili. Bentornati.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.progress-productions.com/