12-06-2009
ENDIF
"Carbon"
(Tympanik Audio)
Time: (53:54)
Rating : 6.5
Secondo full-length per Jason Hollis, musicista di Reno (Nevada) già noto agli amanti del rhythmic industrial grazie al CDr split del 2005 "Meld" (condiviso con Caustic) ed all'album "Meta", uscito per la Crunch Pod nel 2006. Il passaggio verso la stimata ed agguerrita Tympanik ha portato l'artista americano a collaborare coi nuovi compagni d'etichetta Justin Brink (Pneumatic Detach, autore del mastering) e Kostas K (Subheim, curatore dell'artwork), ed in tal senso i risultati sono stati ottimali sia dal punto di vista grafico che da quello sonoro. Musicalmente parlando, il Nostro è rimasto fedele alle sonorità rhythmic industrial con le quali si era già proposto al pubblico di settore, sfoderando un follow-up sufficientemente solido e votato principalmente alla dance più abrasiva. Il ritmo, pensato per il dancefloor, è l'assoluto protagonista, come dimostrano episodi pompati a dovere quali "Churl", "Peeling The Layers", "Surgery Of The Soul" o "Naked Bloody And Hungry"; resta poco spazio per esperimenti e variazioni, al punto che anche le frequenze macchinose di "Ghost In The Machine" cedono presto il passo al beat incalzante, ed alla fine si distinguono dal resto solamente le melodie lounge macchiate di IDM della valida "Reactionary". Bene la nervosa e frenetica "Last Tribe" (realizzata in combutta con Replogen) e la più tagliente "Police State" (presente anche nel buon remix di Pneumatic Detach a fondo album), mentre poco aggiungono sia le influenze techno di "Soft Power" che i synth in odore di goa-trance di "Between Two Worlds", al pari dell'intermezzo noisy "The Answer". Intendiamoci: "Carbon" è un disco che sa far ballare sino allo sfinimento senza cedere in termini di ruvidezza ed abrasività (anche senza la forza dirompente di un Asche, ad esempio), e sebbene l'ascolto si riveli scorrevole, il buon Jason farà bene ad esplorare in futuro anche soluzioni meno frenetiche e/o fisiche, onde sviluppare oltre il dancefloor le proprie abilità tecnico/compositive e raggiungere la piena maturità artistica. Ascolto consigliato a chi ama sfinirsi a suon di dure e sferraglianti scudisciate industrialoidi.
Roberto Alessandro Filippozzi