03-07-2009
AUTODAFEH
+ Ad:Key
Club House Europa, Frattamaggiore (Napoli), 27/06/09
di Chemnitz
foto Chemnitz
Setlist AUTODAFEH:
Intro
Crash & Burn
No Names
Souls Of Destruction
One Man
Anger & Hate
Stompers
Body Count
Dark Sky
Mother Green
The Chase
Fuel Of Fire
Hunt For Glory
Retro Electric
Dead Only Know
In questi ultimi anni si è parlato molto dell'utilità di un certo revival old-school EBM, che per certi versi ci ha sorpreso positivamente nonostante l'emergere di alcune realtà piuttosto inutili. Ma dopo una serata come quella di Frattamaggiore, credo che questo revival, aldilà dei gusti musicali, possa essere inteso più che altro come un sano ritorno allo spirito EBM di una volta, quando il pubblico si riempiva di birra e si infilava la maglietta del suo gruppo preferito ed un paio di anfibi, invece che intubarsi di attrezzature cyber e ricoprirsi di PVC. Quello che stanno facendo i ragazzi dell'Elektro Kommando di Napoli (una crew che merita solo applausi) non solo è una sfida alla moda del momento, ma è anche uno sforzo non indifferente che ci permette di assistere a dei concerti che altrimenti non potremmo mai vedere qui in Italia (grazie a loro hanno già suonato a Napoli i Kommando XY e i grandi Dupont, ed in futuro sono attesi Darkmen e Spark!). Ma veniamo alla serata: dopo aver raggiunto il club nel pomeriggio, vista anche la mia presenza come DJ, e dopo aver ritrovato amici da tutta Italia (Roma presente con l'Electro Body Legion, ma c'erano persone da Bologna, Novara... ed un plauso alla giovane coppia arrivata in aereo da Venezia!), abbiamo trascorso la giornata in giardino tra un soundcheck ed una birra, chiacchierando con le band e con tutta la gente che era già accorsa per l'evento. Dopo una cena a base di pizza (dopotutto stavamo a Napoli, era d'obbligo!) e le prime danze sul dancefloor, alle undici e mezza è stato il turno dei tedeschi AD:KEY, che ricordiamolo, sono una coppia composta da Agro (membro storico degli Armageddon Dildos) e da sua moglie Andrea: il loro sound mescola molto sapientemente le cose più tirate degli And One con un'elettronica molto fisica e diretta, come già espresso dal recente debut "Thema Nummer Eins". Il live, seppur scarno e totalmente incentrato sul frontman e sull'impatto delle doppie vocals, ha raggiunto il suo obiettivo: sotto lo stage uno stomping sfrenato, birra che volava e cori da stadio, con i momenti più alti rappresentati dall'esecuzione delle ottime "Elitaer", "Pissed Off", "Shout" e della cover conclusiva di "Deutschmaschine" degli And One (chiedo perdono, ma non ricordo interamente la loro setlist). Dopo gli Ad:Key è stato il turno del trio svedese AUTODAFEH, già in tour con i Front 242 e designati dalla storica band belga come loro eredi naturali. Ed infatti se molti gruppi della nuova ondata old-school si rifanno in qualche modo alla scuola tedesca dei DAF, gli Autodafeh hanno nel loro DNA un altro tipo di approccio, che tanto ricorda l'EBM più raffinata e meno grezza propria appunto dei maestri succitati. La presenza scenica era scontata, vista la stazza del trio, davvero tre simpaticissimi armadi, tra l'altro amici fin dall'infanzia: la performance di Jeppe, Anders e Mika è stata sublime, con tanti brani pescati dall'ottimo debut "Hunt For Glory" ed altri in anteprima dall'imminente EP "Re:lectro". Momenti di delirio assoluto tra la folla durante le gettonatissime "Fuel Of Fire", "Stompers", "Souls Of Destruction" e "One Man" (come poi ci hanno confessato i gruppi, l'atmosfera era simile a quella di Dessau, la cittadina tedesca oggi 'capitale' dell'old-school EBM). Dopo i live, tutti in pista a ballare con un finale degno di una tale serata: alle tre e mezza, con i microfoni ancora funzionanti sul palco, Agro è risalito on stage cantando nuovamente ("Hoch Die Haemmer"), mentre lo stesso ha fatto Jeppe degli Autodafeh, inscenando una specie di karaoke EBM sulle note di "EBM United" dei Container 90! Lo stesso abbiamo fatto noi, ormai completamente sbronzi sul palco a cantare a memoria brani di And One, Depeche Mode e poi di altre band più o meno famose del giro EBM, con la gente più sobria che in pista continuava a ballare come se nulla fosse! Possiamo dirlo forte: una serata del genere ha unito le persone, ha creato un'atmosfera scanzonata e divertente che mai avevo riscontrato nel mio girovagare su e giù per l'Italia, ma ha anche sottolineato quanto sia cambiata la scena EBM negli ultimi dieci anni, visto che un evento del genere oggi è l'esatta controtendenza alle centinaia di serate che puntualmente si svolgono nei club italiani. Lo dico con un pizzico di nostalgia, ma è un dato di fatto dal quale bisogna trarre le motivazioni per poter perseverare anche nel futuro. Se non si conoscono le radici di un genere, si cresce con qualcosa di meno...